
Ho scritto qui di Massimo Bottura nel 2015 (quando si piazzò al secondo posto), nel 2016 (quando si piazzò primo) e sono ancora qui nel 2018 a scriverne.
Non ho molto da aggiungere se non ripetermi con il rischio diventare noioso. Conoscendo a distanza il personaggio Bottura è un rischio che non voglio correre, quindi preferisco commentarla così: stavolta ha vinto l’uomo. Il cuoco Bottura era già nella storia, i suoi piatti resteranno immortali, i suoi eredi fioriscono e sono già pronti a fare grandi salti in avanti, parlo in primis di Romito, principale candidato (a mio modesto parere) a entrare fra i primi al mondo entro pochi anni.
Bottura oggi merita questo premio perché ha saputo allargare gli “orizzonti” della ristorazione, ha “sfruttato” la sua notorietà non per crogiolarsi nei successi, ma per fare grancassa su questione sociali che valgono più di mille stelle Michelin e del titolo stesso di The World’s 50 Best Restaurants. E tutto questo lo ha fatto non solo a parole ma con le sue mani, riuscendo a coinvolgere tanti suoi colleghi.
Massimo siamo fieri di te, siamo orgogliosi di essere italiani e lo dobbiamo anche a te, oggi più che mai! Non so cosa faranno le nostre istituzioni, avessero un briciolo di astuzia ne farebbero un monumento viaggiante di Bottura…
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