
10 anni dell’Alvarèga, il brutto anatroccolo diventato cigno di casa Columbu
La Columbu è ormai da mezzo secolo l’azienda di riferimento della denominazione Malvasia di Bosa, che Giovanni Battista Columbu ha contribuito a istituire nel 1972. Dal 2012 l’azienda è guidata dai figli Rafael e Gianmichele, quest’ultimo aiutato dalla moglie Vanna. Sono 3,5 gli ettari vitati di proprietà, mentre la denominazione conta 27 ettari (anche se in zona il vigneto arriva a circa 178 ettari). La Malvasia di Bosa tradizionalmente è un vino secco e da lungo invecchiamento, la versione dolce e da bere giovane è nata quando gli incentivi all’espianto dati dall’Unione Europea hanno spinto i produttori a spiantare uve come girò, avarenzelu e avarenzeliadu, con cui si realizzavano i vini dolci, e quindi a utilizzare al loro posto la malvasia. La denominazione d’origine Malvasia di Bosa amabile o dolce viene istituita nel 2011. L’Alvarèga è la versione dolce di casa Columbu e nasce un po’ per caso, un po’ per necessità (e contro il parere di Battista, per il quale a Bosa la malvasia andava vinificata solo secca con il metodo della flor): per il matrimonio di Rafael c’era bisogno di vino dolce, e quindi venne prodotta la prima annata di Alvarèga. Il successo ha spinto Gianmichele a proseguirne la produzione. La prima annata, prodotta solo per il matrimonio, è stata il 2002, la prima messa in commercio il 2003.
Tutte le annate hanno una gradazione alcolica di circa 15 gradi e hanno tra i 37 e i 42 grammi di zucchero residuo. Ne vengono prodotte circa 3.000 bottiglie da mezzo litro all’anno. L’uva è la stessa della Riserva, la versione tradizionale: stesse vigne, stesso giorno di vendemmia (una vendemmia che è sempre tardiva, realizzata circa a metà ottobre. Sono gli ultimi a vendemmiare di tutta la zona).
L’uva viene diraspata e messa in tini d’acciaio refrigerati per 24-36 ore per una piccola criomacerazione, e dopo una pressatura soffice viene reimmessa nei tini a temperatura ambiente. Non vengono aggiunti lieviti selezionati e non viene effettuata solfitazione (la fermentazione viene bloccata con l’abbassamento della temperatura). Pulito dalle fecce, il vino viene messo in tino per 8-10 mesi a 4-5 gradi, con un paio di passaggi a 0 gradi prima dell’imbottigliamento. Viene effettuato una sorta di batonnage (utilizzando un’elica che viene azionata in serbatoio chiuso per circa 10 minuti) per poi fare un filtraggio molto largo al momento di imbottigliare. L’imbottigliamento di solito avviene a metà giugno, senza solfitazione (tutti i loro vini sono senza solfiti aggiunti), tanto che l’imbottigliatore gli chiede di firmare una sorta di liberatoria dal rischio di rifermentazione in bottiglia.
Questa è la prima verticale di Alvarèga mai realizzata: Gianmichele e Vanna l’hanno sempre considerato un vino da pronta beva e non da invecchiamento, e poi c’è un po’ di “disagio” nel considerarlo un vino importante, perché Battista era contrario a produrla e perché per loro non è l’autentica Malvasia di Bosa. Fino al 2008 l’uva dell’Alvarèga proveniva per il 50% dalla vigna vecchia, dopo gli incendi del 2009 non si va oltre il 20% (quest’anno hanno spiantato la vigna vecchia e l’hanno ripiantata su piede 420A, presente quasi solo a Bosa, con selezione massale e innesto in campo). Le annate assaggiate sono quelle che Vanna e Gianmichele sono riusciti a trovare in cantina, mentre non sono state prodotte né la 2012, a causa di una violenta “maestralata” che aveva buttato giù l’uva, né la 2009, a causa degli incendi che hanno colpito tutta la zona (Gianmichele ricorda che in vigna c’erano 51 gradi). Prima del 2011 l’Alvarèga era classificata Planargia IGT.
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2018
In bottiglia da un paio di mesi, è frutto di un’annata molto piovosa. Ancora chiusa, ha profumi di miele di castagno con sfumature di erbe aromatiche, è scorrevole, sapida e di buona beva, con un finale lungo ed equilibrato in cui spiccano note di macchia mediterranea.
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2017
L’annata siccitosa ha dato vita a un vino davvero poco abituale: iperconcentrato, pieno, con note balsamiche e di incenso, di grande materia, ancora contratto, denso e da attendere. Un’Alvarèga interessante, anche se poco tipica, e da vedere alla prova del passare del tempo.
Valutazione:
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2016
Fresca, di buona lunghezza e piacevolezza, le note di succo di mela, sidro e pepe bianco si inseriscono in un palato in spinta e tutto da bere, con un finale di caramelle candite al rabarbaro e sfumature di miele. Affascinante.
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2015
Ahimé, bottiglia difettosa.
N.c.
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2014
Fichi secchi, spezie e miele, equilibrata e fresca, ma anche piena e di bella lunghezza. Manca forse di un po’ di tipicità, tanto che più che una Malvasia di Bosa sembra un classico passito, ma è davvero di piacevole beva.
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2013
Uscita come igt Planargia (la commissione della denominazione l’ha bocciata perché torbida). Miele di corbezzolo, spezie orientali secche, mela cotogna al naso, lunga e in spinta grazie a una bella acidità, ma anche distesa, con un residuo zuccherino più basso rispetto ai precedenti al palato, per uno svolgimento nitido e con un finale in cui torna la mela cotogna. Allo stesso tempo complessa e grintosa.
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2008
Splendida, dal color ambrato intenso, di grande complessità, con note speziate di grande fascino al naso, per un palato ricco, cremoso, disteso e lungo, che dimostra la capacità di sfidare il tempo dell’Alvarega.
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2007
Tornano le note di fichi secchi e di spezie, per un vino fresco e grintoso, ancora in spinta, lungo e fine, con note di fiori secchi, di affascinante equilibrio e con un’acidità ancora importante. Ha ancora tempo davanti a sé. Una grande Malvasia di Bosa dolce.
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2005
Un po’ di volatile, però belle note di frutta secca, mandorla. Di buona tenuta e piacevolezza, è un filo più corto e più maturo del 2007, ma sempre di buona sapidità. Ha superato lo zenit ed è in una gentile discesa, ma si lascia bere con piacere.
Valutazione:
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Malvasia di Bosa Alvarèga Columbu 2002
Tanto iodio e note marine accompagnate dalla macchia mediterranea, per un vino “d’annata” di 17 anni sorprendente, energico e grintoso, dal volume notevole, disteso ma anche lungo, ancora in tensione, di grande piacevolezza di beva. Una prima perfettamente riuscita e che meritava il riassaggio.
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