
Indirizzo: | via Variante VII Bis, 182 - 80035 Nola (NA) |
Telefono: | 081 5121761 |
Sito internet: | www.roji.it |
Giorno chiusura: | nessuno |
Fascia di prezzo: | 60-70 euro |
Tipo di locale: | ristorante fusion-giapponese |
Carte di credito: | tutte |
Andateci per: | il kobe scottato ripieno di friarelli, aria di provolone del monaco |
Roji a Nola: il ristorante fusion che non ti aspetti
Storie di giovani, storie di coraggio, storie di passione. A unirle un’unica filosofia: la ricerca di una qualità senza compressi. Inizia così la genesi del Roji, sicuro rifugio per i gourmand attenti, estimatori della cucina fusion e dello “stare bene”. L’intraprendenza costituisce il pentagramma di una sinfonia ancora in via di scrittura, ma già armoniosa, laddove agli “acuti” dell’amore per la ristorazione fanno da contraltare i “bassi” di un ambiente raffinato, elegante nell’illuminazione soffusa e nei colori tenui.
Il tutto ben predispone a una cucina che riserva piacevoli “incontri”, in quell’entroterra nolano in cui resistono logiche ancorate alla quantità, alla massificazione, alla standardizzazione. Il Roji, invece, brilla della franchezza di spirito dei giovani titolari, di una proposta enogastronomica capace di soddisfare e, a volte, sorprendere anche i palati più esigenti. E infatti Francesco Franzese e Alex Pochynok si uniscono in una “coppia” originale, per la realizzazione di interessanti e ben congegnati menu.
Francesco, campano di origine e con all’attivo significative esperienze, si esprime con piatti capaci di fondere la materia prima italiana (e orientale) con il suo amore per la cultura fusion. Piatti ben centrati nella progressione aromatica e mediati dalla tecnica appresa negli anni. Tanto cuore dietro la realizzazione della ricetta, tanta “meditazione” nella sua costruzione, a partire dall’ingrediente, passando per la ricerca di abbinamenti e contrasti, per arrivare a “opere” in cui si concentrano conoscenza e pathos.
Alex Pochynok, ucraino di nascita, dà piena espressione alla sua solida e lunga esperienza della cucina giapponese, occupandosi prevalentemente di sashimi, sushi e nigiri. Cresciuto alla corte di Ignacio Ito e profondo studioso del pensiero nipponico, riesce a meravigliare il cliente con preparazioni che, pur rispettando l’anima tradizionale giapponese, riflettono una mano preparata e una mente creativa.
Giovane anche il team dei titolari (Giovanni Napolitano, Erasmo De Risi, Gina Audia, Giuseppe Tufano, Luigi Policastro) che persegue con passione la propria mission: ricreare quel “giardino” (roji), pace dello spirito e del corpo, senza disattendere la promessa iniziale di “esperienza a tutto tondo”, “star bene” e savoir-faire.
Tra i vari assaggi, tutti ben eseguiti, ricordiamo in particolare una ventresca di tonno cotta nel burro di Normandia e zenzero, accompagnata da una maionese di polpo e tarallo sbriciolato; un piatto che regala una progressione di sapori e piacevole equilibrio tra la morbidezza della ventresca, la dolcezza del burro, la piccantezza dello zenzero e le note boisé del tarallo che si legano ai rimandi di nocciola propri del burro fuso. Interessante la capasanta scottata su funghi shiitake, maionese di ricciola, tartufo d’Alba e tandoori masala, dall’armonica fusione aromatica.
Il piatto che più sorprende è un blend perfettamente riuscito tra anima campana e cultura giapponese: il kobe appena scottato, ripieno di friarelli, aria di provolone del monaco, presentato come piccolo scrigno. E infatti, al primo boccone, svela quel tesoro nascosto fatto di inediti abbinamenti dall’elegante persistenza gusto-olfattiva.
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