
Indirizzo: | via dei Cappellari, 74 – 00186 Roma |
Telefono: | 06 68808934 |
Sito internet: | www.myale.net |
Giorno chiusura: | domenica (aperto solo la sera) |
Fascia di prezzo: | 30-45 euro |
Tipo di locale: | ristorante-bistrot |
Carte di credito: | tutte |
Andateci per: | una cucina interessante e ben fatta, con una formula divertente |
My-Ale Restaurant & Club: un ritrovo gourmand a due passi da Campo de’ Fiori
Seminascosto in una stradina a ridosso di Campo de’ Fiori, il My-Ale Restaurant & Club (per ora più ristorante che club, ma l’intenzione è quella di puntare anche sulla musica dal vivo e su orari prolungati in un prossimo futuro) è decisamente un luogo sui generis.

My-Ale Restaurant & Club | Sala
Lo si nota subito, dall’ingresso a vetri che affaccia su un grande dipinto murale che raffigura un maiale e la scritta luminosa My-Ale (che sta per maiale ma pure per “la mia birra”, possibilmente di stile inglese ma non solo), e poi dai tanti dettagli che compongono l’ambiente: mobili e oggetti di modernariato (spesso a tema suino) o scovati qua e là tra vecchie case e mercatini, le scale che portano al piano inferiore dove oltre ai tavoli ci sono anche divanetti e un pianoforte che funge pure da mensola per chi vuole cenare sugli sgabelli, scaffali colmi di birre artigianali e vini non banali.
Ma la particolarità del locale di Marco Galli – titolare pure del vicino My-Ale, piccola panineria e birreria basata sulla qualità degli ingredienti a cominciare da salumi, birra artigianale e pane e pizza di produzione propria – sta soprattutto nel menu ideato da Marco e messo a punto dal giovanissimo chef Andrea Congiusta, 21 anni e già esperienze importanti alle spalle con chef come come Romito e Genovese.
Forse faremmo meglio a dire il “non menu” visto che non ci sono piatti elencati. Al loro posto, la lista degli ingredienti presenti in dispensa – da riso e pasta a vari tipi di frutta e verdura, carne e pesce più alcuni prodotti più “ostici” come murici e quinto quarto – e la scelta di quante portate si vogliano mangiare, e di conseguenza di quanto si vuole spendere: da 12 euro per un piatto a 40 per 4, più i dessert (sempre “al buio”) a 5 euro.
Così, dopo uno sfizioso amuse-bouche, possono arrivare in tavola – uguali per tutti i commensali, in modo che nessuno si senta escluso anche se ha esigenze alimentari specifiche (che per una sera vanno “condivise”) – piatti come baccalà, cavolo nero e arancia, tortelli al ragù d’anatra (Andrea ama molto la pasta fresca, anche quella ripiena), guancia di maiale con miele, cioccolato e cavolfiore e così via. Con un margine sempre aperto all’improvvisazione, visto che lo chef è pronto anche a realizzare qualcosa di estemporaneo se gli ingredienti da evitare non dovessero combaciare con nessuno dei piatti già messi a punto. È capitato a noi, ad esempio, con il dessert: non amando il dolce spinto, Andrea ha realizzato per noi un ottimo e scenografico piatto a base di ricotta e visciole, ingredienti incrociati tra i due dessert “in carta”.
[Crediti fotografici: Enrico Di Giamberardino; Luciana Squadrilli]
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