
Indirizzo: | Lungotevere delle Armi, 22 - 00195 Roma |
Telefono: | 06 45668304 |
Sito internet: | www.enotecalatorreroma.com |
Giorno chiusura: | domenica e lunedì |
Fascia di prezzo: | 75-100 euro |
Tipo di locale: | ristorante |
Carte di credito: | tutte |
Andateci per: | una cena elegante |
Da febbraio 2016 lo chef dell’Enoteca La Torre a Villa Laetitia è Domenico Stile. Campano, classe 1989, si è formato accanto a chef del calibro di Nino di Costanzo, Gianfranco Vissani, Antonino Cannavacciuolo, Enrico Crippa… Ecco i piatti del menu dell’autunno 2017.

Luigi Picca (restaurant manager), Domenico Stile (chef), Rudy Travagli (sommelier)
Recensione dell’Enoteca la Torre del 22/06/2014
Avviso ai naviganti: se desiderate un locale elegante e ricercato questo fa al caso vostro. Se invece andate alla ricerca dell’understatement cambiate lidi. A dispetto di un’apparenza molto formale, legata all’ambiente, bisogna però dire che il servizio è sì professionale e molto cortese ma non affettato né eccessivamente distaccato.
Questa dicotomia si ritrova anche nella cucina di Danilo Ciavattini – giovane e brillante chef che avevamo incontrato per la prima volta ormai parecchi anni fa al ristorante di Alessandro Pipero ad Albano Laziale – divisa fra piatti di stampo molto (troppo!) classico e guizzi creativi decisamente interessanti (spesso orientati sul sapiente utilizzo delle verdure, protagoniste in molti piatti).
Sicuramente ci saranno persone che non saranno d’accordo con la nostra valutazione, e che apprezzeranno il tentativo dello chef di andare incontro ai desideri della clientela internazionale che frequenta l’hotel (Villa Laetitia, dimora storica della famiglia Fendi) all’interno del quale sorge l’Enoteca La Torre, pur senza snaturare completamente la propria vena creativa, noi preferiremmo invece seguisse l’istinto abbandonando certi canoni che ben si adeguano al contesto alberghiero, meno al moderno gourmet italiano. Tant’è… Fra i due menu “Tra classici e novità” e “I colori dell’orto” (ai quali ci è stato permesso di apportare alcuni cambiamenti e integrazioni, senza alcuna difficoltà) abbiamo apprezzato di più il secondo, e in particolare l’insalata emersa con gelato all’olio di oliva e gelatina di Aceto Balsamico, e la patata “interrata” terriccio ai profumi della terra. Eccellenti – forse il migliore piatto della serata – gli spaghetti con gambero rosso, lavanda limone e midollo di bue (proposta “novità” del primo menu). Troppo pesanti e dal sapore un po’ d’antan il salmone morbido, amaro d’erbe e maionese di fiume e la crème brûlée di baccalà al cacao amaro.
La carta dei vini si distingue per un’insolità profondità, legata agli acquisti realizzati dall’Enoteca nella sua originale sede viterbese. Da sottolineare anche la formula particolarmente interessante di vini al bicchiere, da scegliere tra varie proposte articolate in tre o quattro gruppi di etichette, dai prezzi molto diversi e in grado di accompagnare i vari piatti con il giusto vino in abbinamento.
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