Lo abbiamo già detto e ribadito, il 2016-2017 è stato il biennio del ramen a Roma (a proposito di ramen e altre “mode”, leggi l’articolo sulle tendenze della gastronomia). La specialità nipponica ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio anche nella Capitale, storicamente non la città italiana più attenta alle cucine del resto del mondo. Fra le prime aperture a Roma di questo genere, a luglio 2016, c’è stato Akira.
Riscontrato un inaspettato successo segue – l’anno successivo – l’apertura del secondo locale, al quale seguiranno altre aperture fino ad arrivare a quella all’interno del Mercato Centrale Roma, che inaugura ufficialmente lunedì 27 novembre (alle ore 12), anche se l’attività è già partita dal 6 novembre. Tutto nasce da un’idea di Akira Yoshida, ex-calciatore dalla lunga carriera in Italia, che ha voluto offrire al suo paese d’adozione un punto di vista inedito sulla cultura gastronomica nipponica.
Il ramen di Akira segue la scuola dello “Iekei Ramen”, nato nel locale “Yoshimura-ya” di Yokohama, dove Iekei sta per “tipologia casalinga”. Il ramen di Akira infatti punta senza indugi su artigianalità e tradizione, grazie a una pasta rigorosamente home-made e a un brodo a base di ossa di maiale che prevede una cottura di ben 10 ore.
Al Mercato Centrale di Roma Akira propone ramen Black Shoyu, ramen White Shio e ramen Red Spicy, nonché onigiri cucinati sul momento con tanti ripieni diversi ed edamame da per rendere l’attesa più gustosa.
Qualche informazione in più sul ramen: cos’è, quali sono le origini e le regole del galateo
Il ramen è una delle specialità di street-food nipponico tra le più note e diffuse (anche all’estero). Si tratta di un piatto informale, a base di “tagliatelle” di farina di grano tenero che vengono servite in brodo caldo di carne (e/o pesce o verdure), insaporito con soia o miso. Solitamente la zuppa viene poi arricchita con vari ingredienti, come chashu (carne di maiale marinata), alghe nori, uova marinate in salsa di soia, ecc.
Di origine cinese, il ramen si è diffuso in Giappone soprattutto nel secondo dopoguerra attraverso i numerosi chioschi aperti da soldati appena rimpatriati e divenuti pratici della cucina cinese durante il periodo bellico. Ogni singola località nipponica vanta la propria varietà di ramen.
Il galateo europeo prevede che, durante il pasto, il busto sia sempre eretto e la pietanza sul tavolo. È la forchetta o il cucchiaio ad avvicinarsi alla bocca. In Giappone è praticamente tutto l’opposto (e vale anche per il ramen). Ci si può avvicinare con il viso alla pietanza o, ancora meglio, si può portare la pietanza verso la bocca. È importante conoscere questi costumi per assaporare al meglio un prodotto come il ramen, a maggior ragione se non ci si vuole sporcare. In questo modo si possono assaporare al meglio anche gli aromi della zuppa.
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