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A un anno dalla sua apertura finalmente siamo stati da Yakiniku, un ristorante difficile da classificare. La cucina, come anche il nome, richiama il Sol Levante, ma Yakiniku è molto di più. Non troverete il solito menu di sushi e sashimi, ma piatti della tradizione alla griglia, yakiniku appunto, della cucina giapponese rivisitati in chiave fusion. Questa particolare griglia, presente su tutti i tavoli, è dotata di un’aspirazione dal basso nascosta nella struttura del tavolo che impedisce la fuoriuscita dei fumi. Invitati a una serata, siamo accorsi per provare questa particolare cucina.
Il locale è al Pigneto, il quartiere per eccellenza della cucina etnica a Roma. Molto bello l’arredamento e il giardino interno, dove la domenica si può gustare un brunch in tutta tranquillità. Buona selezione di birre artigianali e di vini, con più di 150 etichette italiane e straniere.
La nostra degustazione delle pietanze è invece cominciata con due crudi, uno di salmone e uno di carne Kobe, conditi con olio e sale. Di qualità le materie prime, il salmone e la carne fantastiche. Abbiamo poi proseguito con uno dei piatti che ci sono piaciuti di più: il RiceBall. Una ciotola di riso bianco con sopra una dadolata di pesce crudo tra cui spiccavano salmone, tonno e uova di pesce, amalgamati con una maionese al wasabi molto delicata e leggera.
Finalmente, dopo una crema di porri e patate servita con tempura di gamberi e calamari, molto gustosa, siamo arrivati al piatto forte, lo yakiniku. Eccellente il manzo Kobe marinato. Poi abbiamo provato del pollo e degli involtini di pancetta e asparagi, ma dopo il Kobe non ce n’era per nessuno. Da Yakiniku comunque trovate anche il classico sushi o il tradizionale yakitori. Buone infine le paste/zuppe, sia nella declinazione della soba che degli udon.
Insomma, sicuramente un esperimento che ci è piaciuto e che in futuro ripeteremo volentieri per provare anche quei piatti che non abbiamo avuto modo di gustare, ma tenendo sempre un posticino per il Kobe alla griglia.