
Il riordino dei vari appunti delle degustazioni fatte nel 2015 ha fatto saltar fuori il taccuino del Vinitaly, e scorrendolo mi sono accorto di aver assaggiato e annotato più di 250 vini. Ecco allora, con il solito tempismo che mi contraddistingue, dopo la degustazione del Castello di Monsanto, quella di un altro grande nome della Toscana.
Al Vinitaly ogni anno si favoleggia sulle vecchie annate che propone Biondi Santi nel “privé” del suo stand. Di solito preferisco andare in giro a scoprire vini e aziende a me sconosciuti (oltre ai soliti giri di saluti), ma questa volta l’ultimo pomeriggio mi sono lasciato tentare.
Rosso di Montalcino ‘11
Da vigne giovani. Un piccolo Brunello, intenso, quasi troppo pieno per un Rosso, ma nitido e davvero elegante (un termine che temo di aver ripetuto spesso in queste note…).
Brunello di Montalcino ‘10
Da vigne da 10 a 25 anni. Elegante, tipico, con note di sottobosco e dolcezza di frutto. Di notevole freschezza acida, ha toni ferrosi e di polvere di caffè. Equilibrato e grintoso.
Brunello di Montalcino Ris. ‘06
Teso, sapido, contraddistinto dalla solita eleganza, ha frutto croccante e un finale da chilometro lanciato, con tanto dinamismo e precisione insieme.
Brunello di Montalcino Ris. ‘04
Spezie, china, sottobosco, violetta. Il naso fa pensare a un vino lussureggiante, ma al momento dell’assaggio il palato, certo elegante (l’ho forse già detto per qualche altro vino?),ma con un finale in cui esce una sorta di leggera diluizione che gli conferisce meno grinta di quanto ipotizzabile. Sempre molto ben realizzato, soffre nel confronto sia con la Riserva 2004 che con il “base” 2010.
Brunello di Montalcino Ris. ‘95
Naso complesso e pieno, cesellato, in cui spiccano alte le note di tartufo. Tantissima energia e grinta al palato, che letteralmente scalpita, pur essendo al tempo stesso tutto in finezza. Setoso, delicato, ricco di polpa e con un frutto ancora croccante, profondo e avvolgente, finissimo e davvero interminabile, è semplicemente straordinario.
Brunello di Montalcino Ris. ‘88
Naso meno espressivo del precedente, con all’inizio un accenno di salamoia che fa capolino, ma che dopo qualche minuto si apre su toni di sottobosco. Palato sempre grintoso, anche troppo forse, tanto che alla lunga dà la sensazione di mancare di un po’ di quella polpa e quel frutto che stupiscono nel ’95, con un finale sottile in cui emergono sensazioni vegetali e quella “crudezza” che mi sembra sempre di più la vera nota caratterizzante dei vini di quest’annata, presentata (a dire il vero soprattutto a Bordeaux) all’uscita come una delle varie “annate del secolo”.
Brunello di Montalcino Ris. ‘83
Cuoio, petrolio, idrocarburi, poi scorza d’arancio ed fiori secchi. Il palato è ricco di grinta, teso e lungo, verticale, dinamico, profondo, senza grandi concessioni al frutto ma con una precisione aromatica impressionante. Splendido, forse in questo momento appena inferiore al ’95, ma con un fascino più discreto e segreto, che sembra solo chiedere il giusto tempo per rivelarsi.
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