
In occasione di una degustazione alla Rimessa Roscioli abbiamo assaggiato una serie di Champagne ideali per accompagnare il saluto al nuovo anno, con la speranza che le cose nel 2012 vadano un po’ meglio…
Extra Brut Priemier Cru L’Alchìmiste David Léclapart
David Léclapart è uno dei sempre più numerosi allievi di Selosse che dai suoi tre ettari di vigneto interamente a conduzione biodinamica produce Champagne molto particolari e di grande carattere: lieviti autoctoni, legno e basse solfitazioni sono le caratteristiche tecniche che li definiscono. Fatta questa lunga premessa dobbiamo dire che questo L’Alchìmiste non ci è piaciuto, punto. Il naso è quasi imbarazzante per sgradevolezza e purtroppo al palato non migliora, con note animali di una rusticità intollerabile. Speriamo sia una bottiglia sfortunata, altrimenti è una presa in giro.
Brut Grand Cru Blanc de Blancs R&L Legras
Questa storica azienda (è nata nel 1808) di Choully è gestita dai due fratelli René e Lucien, che possiedono circa 40 ettari in una delle zone più vocate della Côte des Blancs. Lo stile dell’azienda è quello della costante ricerca della finezza e del carattere dello Chardonnay. Questo Blanc de Blancs non fa eccezione: fiori bianchi e agrumi fanno da apripista ad un palato succoso, fresco, dal fruttato discreto e dalla beva gradevolissima.
Special Cuvée Bollinger
Fondata ad Aï nel lontano 1829, Bollinger è una delle Maison più famose e illustri. Dallo stile inconfondibile, le sue cuvée rappresentano una delle punte più alte dell’intera denominazione. In questo caso parliamo invece del cosiddetto prodotto “base” (60% pinot nero, 25% chardonnay, 15% pinot meunier) che non troviamo per nulla banale con le sue note di agrumi e frutta bianca. In bocca si rivela di gran classe, fine, teso ed equilibrato. Il finale è succoso e fragrante.
Brut Cumières Premier Cru Georges Laval
Produttore biologico (addirittura dal 1971) di grande qualità, Vincent Laval realizza soltanto 10mila bottiglie nella sua minuscola azienda, ma sono tutte dei piccoli gioielli. Si tratta di Champagne molto fini e naturali (nel senso migliore del termine) visto che usa sempre pochissima solforosa, a volte per nulla. Il Cumières (57% chardonnay, 33% pinot nero, 10% pinot meunier) è un vino polposo, materico, ma dall’armonia evidente e dalla complessità importante. Beva gustosa e profondità espressiva ne fanno una «bollicina» veramente raccomandabile.
Extra Brut Efflorescence Marie-Courtin
Dominique Morot è una convinta ecologista tanto che ha convertito la sua piccola azienda – due ettari, tutti a pinot nero, per 18mila bottiglie di produzione – in quel di Polisot alla biodinamica. I suoi vini sono affascinanti per mineralità e carattere. L’Efflorescence non fa eccezione: sono netti i profumi di mela renetta, pera e violetta. In bocca è un filo rustico ma allo stesso tempo fresco, fragrante e di grande personalità. Il finale è saporito e minerale.
Grand Cru Blanc de Blancs Pascal Doquet
Pascal Doquet è un appassionato vignaiolo che ha fatto della sua scelta dell’agricoltura biologica una vera e coerente ragione di vita. I risultati gli stanno dando ragione e questo Blanc de Blancs, prodotto con uve provenienti da un vigneto di Le Mesnil sur Ogier, ne sono la migliore testimonianza. Profumi di fiori bianchi si accompagnano a nette note di mela. La bocca è di grande mineralità, con un’acidità vibrante ma controllata. Il finale è sapido, quasi salato, e di grande energia.
Grand Cru Blanc de Blancs Présidence V.V. 2002 R&L Legras
Un vino di grande complessità, con note di cedro e miele di acacia al naso. Queste note le ritroviamo al palato, che si rivela cremoso, verticale asciutto e fragrante. La progressione è distesa, la mineralità è in grande evidenza accompagnata da sensazioni di fieno appena tagliato. Il finale è profondo, equilibrato e succoso.
Saint-Vincent Blanc de Blancs Brut Grand Cru 1996 R&L Legras
L’annata è di quelle grandissime, che anche i mediocri sono riusciti ad interpretare almeno bene; figuriamoci se i due fratelli Legras si potevano lasciar sfuggire l’occasione di presentare un Saint-Vincent in grande spolvero. I profumi sono letteralmente esaltanti, con note di fiori bianchi, gesso e frutta bianca. All’assaggio è denso, minerale, con sentori di agrumi che gli donano una freschezza di beva semplicemente fantastica e un finale interminabile.
Grand Cuvée Brut Krug
Definire questa Grand Cuvée (45/55% pinot nero, 35/45% chardonnay, 10/15% pinot meunier) un prodotto “base” ci pare molto, ma molto riduttivo. Per dirla tutta mette regolarmente in imbarazzo tante famosissime selezioni millesimate. Nocciola nettissima al naso, cui si aggiungono note di torba, gesso e iodio a completare uno spettro aromatico di grande complessità. Al palato è cremoso, salato, robusto e di un’eleganza superiore. Se considerate che questa cuvée rappresenta i 4/5 della produzione c’è di che rimanere allibiti e sottoscrivere il famoso aforisma «C’è lo Champagne e poi c’è Krug”.
Grand Cru Blanc de Blancs Cuvée Spéciale Les Chétillons 2002 Pierre Péters
Rodolphe Péters oltre ad essere un bravissimo vignaiolo in quel di Mesnil-sur-Oger è persona di rara simpatia che dai suoi 17,5 ettari di vigneti produce Champagne che fanno della verticalità la loro cifra identificativa, e questo 2002 non fa eccezione: floreale al naso, cui si aggiungono severe note di gesso che gli conferiscono una certa austerità, al palato si apre con una mineralità così acuta che la beva si trasforma in una cavalcata impetuosa e travolgente.
Vintage 1996 Dom Perignon
5 milioni di bottiglie. Basterebbe questa cifra a definire l’immensità di questo prodotto. Naso travolgente di nocciola e pepe bianco e fiori di biancospino. Al palato è cremoso, ricco ma allo stesso tempo fresco, equilibrato, di una fresca mineralità e di una gioventù ai limiti dell’imbarazzante. La beva è affascinante, nitida e finissima, l’energia indomita.
Blanc de Blancs 1999 Salon
Ci troviamo in questo caso di fronte ad un vero e proprio mito. Del tutto meritato. Il primo Blanc de Blancs millesimato della storia è un Salon 1905. La Maison produce un solo vino di un solo cépage (chardonnay), neanche tutte le annate (a tutt’oggi soltanto 39), con una tiratura di circa 60mila bottiglie. Alla guida Didier Depond, che anche in questo caso ci regala un vino unico, irripetibile. Agrumi, fiori di campo, mela cotogna e spezie ci regalano una tavolozza olfattiva straordinaria. La bocca è austera e aristocratica, dove grazia e mineralità si sposano a una verticalità che lascia stupefatti. Chapeau!
Oenothèque 1996 Dom Perignon
La nascita del progetto Oenothèque è merito di Richard Geoffroy, chef de cave di Dom Perignon proprio dal 1996. Santo subito! Di fronte a questo… non sappiamo come definirlo, si rimane sbigottiti. Si ritrovano le sensazioni del Vintage pari annata, tutte esaltate all’infinito: troviamo note terrose, affumicate e di pepe bianco in un quadro aromatico di complessità stupefacente. La bocca è una cavalcata tra le stelle.
Vintage 1995 Krug
L’annata è di quelle difficili, ma la famiglia Krug, proprietaria di 21 ettari di vigneto di altissima qualità cui si aggiunge l’apporto di uve provenienti da viticoltori che da generazioni lavorano per questa grande Maison, è riuscita anche questa volta ad imporre il suo marchio inconfondibile. Blend composto da 48% pinot nero, 30% chardonnay, 22% pinot meunier, lo spettro aromatico è di rara complessità con note fumé, nocciola e pepe bianco; al palato è severo ma affascinante con note di pompelmo, salmastre e di cedro candito. La progressione è distesa, affilatissima e di una persistenza impressionante.
Lascia un commento