
Ci sono quelle rare e fortunate occasioni in cui tutto sembra contribuire a trasformare una grande bottiglia nella bottiglia “perfetta”. Sarà stata la giornata magnifica, quasi primaverile, l’ottimo cibo a disposizione, la temperatura del vino ideale… ma questa magnum di Barbaresco Martinenga ci ha letteralmente travolti. Già il colore tradiva una gioventù rara per un nebbiolo di quest’età, ma messo il bicchiere sotto il naso siamo stati letteralmente irretiti da una sorta di sindrome di Stendhal: spezie, liquirizia e frutto delicato ed avvolgente ci accompagnavano per mano ad una bocca “dolce”, densa, fresca e vibrante. I tannini, di una finezza aristocratica, sono sbalorditivi per nitore e maturità e l’acidità, perfetta, tiene in piedi questo splendido monumento al nebbiolo. Un vino immenso che è stato voracemente spazzato via in pochi minuti.
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