
Indirizzo: | Via Antonio Serra, 15 – 00191 Roma |
Telefono: | 06 87600399 |
Sito internet: | www.ristorantemoi.com |
Giorno chiusura: | domenica, aperto solo a cena |
Fascia di prezzo: | 40-50 euro (menu degustazione 35, 45 euro) |
Tipo di locale: | ristorante |
Carte di credito: | Visa, American Express, MasterCard, Bancomat |
Andateci per: | la tartare di manzo con gelato verde, maionese all’aglio e giardiniera di verdure |
Le nuove aperture, quando sono frutto di un progetto ben ponderato e di un solido percorso professionale alle spalle, sono sempre un bel segnale e delle piacevoli scoperte. Se poi uniscono alla valida proposta gastronomica anche un’accoglienza garbata e professionale e un design originale, che si discosta dai tanti “locali-fotocopia”, portando anche in un quartiere non troppo prodigo di indirizzi interessanti una cucina contemporanea e interessante, ben venga.
È questo il caso di Moi – Cucina Dinamica, bel ristorante aperto da poco dallo chef Thomas Moi – che ha iniziato da giovanissimo a lavorare in cucina con il compianto Antonio Chiappini alla vineria I Tre Bicchieri di Ostia, proseguendo poi la sua carriera con tappe importanti come quelle all’Osteria dell’Orologio di Fiumicino con lo chef Marco Claroni, e all’Apsleys di Heinz Beck a Londra – insieme a Michela Ulpiani, già direttrice del Ristorante dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Siamo in una traversa del quartiere Fleming, piuttosto lontano – non solo per questioni metriche – dalla movida di Ponte Milvio. Affacciato su strada con delle ampie vetrate, il locale è davvero bello, elegante ma senza ostentazione, grazie all’accurato design di Ocra Studio: colori – grigio e senape o oro, perlopiù – e materiali – mattoni, acciaio corten, vetro, ferro ma anche la morbida copertina del menu che riprende i colori già citati – creano un’atmosfera calda e raffinata, ravvivata dalla presenza di piante e dall’illuminazione ben studiata. A far sentire a proprio agio ci pensa anche la garbata accoglienza in sala, affidata al bravo Alessandro Grillo che aveva già lavorato con lo chef in precedenti esperienze.
Il menu riprende gli stessi elementi di naturalità – con attenzione alla stagionalità, alla sostenibilità e all’approvvigionamento diretto di molte materie prime, tra cui frutta e ortaggi che arrivano dall’Azienda Agricola Poggi, vicino Tivoli, e carni, pesci e formaggi selezionati da ORME-Valori agricoli ritrovati – e di originalità senza eccessi. Il che a nostro parere è decisamente un pregio, anche se ci saremmo aspettati un pizzico di coraggio in più da un cuoco in gamba come Thomas Moi e da un progetto giustamente ambizioso come questo; ma siamo solo agli inizi e di certo torneremo volentieri per seguire le evoluzioni della cucina.
- Ristorante Moi | Tartare di manzo
- Ristorante Moi | Ravioli al Parmigiano
Intanto, siamo rimasti piacevolmente colpiti da piatti essenziali ma davvero riusciti come gli antipasti Melanzane e Parmigiano (interpretazione personale ma piuttosto fedele nel sapore complessivo del grande classico partenopeo) e la squisita tartare di manzo con gelato verde, maionese all’aglio e giardiniera di verdure, piccolo capolavoro di equilibrio e rispetto della materia prima ma non senza un tocco originale. Golosi e avvolgenti i ravioli al Parmigiano con zucca butternut e radicchio, mentre tra i secondi si può scegliere ad esempio – ma il menu cambia secondo stagione e mercato – tra la faraona con funghi e patate o il calamaro con dahl di lenticchie rosse, portulaca, coriandolo e panna acida.
I dessert sono golosi e raffinati, dalla tartelletta con crema al limone e meringa bruciata allo scenografico tiramisù con caffè liquido, una morbida sfera con cuore fondente. Bella la carta dei vini, con etichette non scontate, ricercate tra piccoli produttori, e indicate secondo metodo di affinamento ed eventuali certificazioni di produzione biologica o sostenibile.
[Foto di copertina: Massimo Scognamiglio; foto dei piatti: Luciana Squadrilli]
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