Cocktail e mixology: il futuro è nell’highball
Letteralmente è il bicchiere alto e abbastanza stretto in cui tutti abbiamo bevuto almeno una volta, ma nel mondo della mixology l’highball – un long drink composto da una parte di distillato, due parti di soda e ghiaccio – rappresenta allo stesso tempo un ritorno al passato e la più fine espressione del cocktail del futuro. Quello che lascia più spazio alla materia prima, non è troppo alcolico e quindi è facilmente apprezzabile da una vasta gamma di consumatori.
Per capire le origini dell’highball dobbiamo calarci nell’Inghilterra dell’Ottocento, tra mobili Regency e gentlemen inglesi che trascorrono la giornata nelle case di campagna.
«È forse uno dei cocktail più antichi al mondo – spiega Daniele Cancellara del secret bar Rasputin di Firenze – e non è un caso perché rappresenta la modalità perfetta per bere lo stesso distillato in momenti diversi della giornata, dall’aperitivo al drink del pomeriggio. Diluire un brandy o uno scotch whisky con l’acqua permetteva di bere di più e più a lungo, e di apprezzare meglio il gusto del distillato. Magari per noi italiani non è semplice da capire, ma non dobbiamo dimenticare che anche lo spritz è nato in questa maniera». Continua a leggere su Piattoforte…
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