
La “guida rossa” ha sfoderato un paio di novità piuttosto importanti nelle ultime settimane, prima l’acquisizione del 40% del Wine Advocate di Robert Parker, quindi l’acquisto del 40% de Le Fooding. Da queste due notizie Tokyo Cervigni prende spunto per una riflessione sul futuro delle guide ristoranti, che sembra sempre più appannaggio della Michelin.
È da tanto tempo che si discute su quale sia il futuro delle guide cartacee. In un mondo in cui le copie vendute sono in calo, le guide più influenti hanno cercato di dare un nuovo taglio al loro modo di recensire i ristoranti. È successo nei paesi anglosassoni, in Francia, ma anche in Italia.
Solo l’anno scorso la guida de l’Espresso, una delle più deboli in Italia in quanto a copie vendute, ha lanciato un messaggio in questo senso, declassando alcuni senatori della grande cucina italiana ed eliminando i voti, sostituiti dal simbolo del cappello. Inoltre il gruppo editoriale ha cambiato radicalmente anche la sua guida dei vini, chiamando fuori i curatori storici Rizzari e Gentili e l’intero gruppo di collaboratori. Continua a leggere su Piattoforte…
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