Quando ho ricevuto la comunicazione della chiusura del ristorante Greg di Tivoli non ho resistito all’impulso di andare a cercare il comunicato stampa che ne annunciava – in pompa magna – l’apertura. Era il 18 luglio 2017. Venerdì 29 settembre ho ricevuto una nuova email che recitava:
Greg Ristorante ‘Time Up’:
Informiamo la Nostra Gentile Clientela che, a Causa di Cambiamenti Gestionali Interni nella Linea Culinaria e nell’Organico del nostro Ristorante di Tivoli, lo Chef Pierluigi Gallo, il Sous-Chef Alessandro Borgo e la Brigata di Cucina hanno Ufficialmente Cessato il Rapporto Lavorativo con il Ristorante Greg e Sono in Procinto di Spostarsi presso un altro locale nel Centro di Roma. Nuovo Ristorante sul quale vi daremo presto aggiornamenti.
Il Ristorante Gourmet di Tivoli Prende una Pausa in attesa di ulteriori sviluppi da definire.
Grazie per attenzione e disponibilità.
Buon Week EndInfo:
greg.ristorante@gmail.com
-Staff Greg-About Chef Pierluigi Gallo:
Classe 83, cresce nel ristorante di Famiglia, vicino Vasto, tra soffritti e profumi di brace, sperimentando tutti gli aspetti della ristorazione: dal bar alla sala, dalla cucina alla panificazione, fino alla pizzeria. Dirottato dalla passione viscerale per la cucina, a quattro esami dalla laurea, Pierluigi decide di aprire un ristorante tutto suo “l’Osteria del Gallo” e lanciarsi in una sfida personale. Soli 25 coperti, un camino per la brace in sala e un bancone per il taglio la carne. Una solida esperienza formativa, che lo porta verso una volontà di crescita ulteriore. Sceglie così la scuola di Niko Romito Formazione, a Casadonna (Castel di Sangro) per apprendere nuove tecniche e ripartire da zero, ristrutturando il suo profilo da cuoco. Un percorso faticoso, ma ricco di soddisfazioni, che si conclude con l’entrata nella squadra del Reale: raggiungendo assieme a tutta la brigata dello Chef, la Terza Stella Michelin.
Dal Reale passa poi al progetto Spazio a Rivisondoli di Niko Romito, per poi trasferirsi a Roma, presso il Ristorante “All’Oro” con lo chef Riccardo di Giacinto. Un’esperienza inedita, che lo avvicina ai sapori romani della tradizione e a nuovi traguardi professionali: fino alle cucine de “Il Pagliaccio” di Anthony Genovese (2 Stelle Michelin) e poi all’esperienza autonoma de “Gli Ulivi” (Quartiere Parioli) per assecondare individualmente il proprio estro creativo.
Oggi è lo Chef di Greg Ristorante a Tivoli: motivato ai fornelli, con l’intento di promuovere una cucina gourmet altamente immediata e riconoscibile, connessa alle ottime materie prime del territorio circostante.
Ora, soprassediamo sul discutibile utilizzo di lettere maiuscole a caso nella comunicazione, dei link a una pagina Facebook di un ristorante chiuso e dell’invio di un profilo chef evidentemente già obsoleto, c’è da chiedersi:
1) Cosa dovremmo pensare di un locale (e di uno staff) che annuncia l’apertura a luglio, con tanto di cene stampa, comunicati, ecc. e dopo due mesi chiude?
2) Non sarebbe forse più sensato attendere qualche mese di rodaggio prima di cominciare a martellare con la comunicazione?
Oggi più che mai chef e ristoratori sembrano colpiti da una generale schizofrenia. Passiamo il tempo ad annunciare nuove aperture che in genere non fanno in tempo a superare la stagione in corso. Non vi pare giunto il momento di lavorare al consolidamento di attività con un buon potenziale invece che continuare a cambiare con questa frenesia?
P.S. Questo è solo un esempio emblematico della situazione, quasi un record di rapidità. Ma di ristoranti che aprono e chiudono, di chef che cambiano dieci ristoranti l’anno oppure che per mesi annunciano sotto banco la chiusura e poi non chiudono mai, è piena Roma (e non solo).
Francesco says
Buongiorno, questa situazipne non é solo dei ristoranti, ma, attualmente, di tutte le attività commerciali in generale. Si vede un proliferare di nuove aperture, principalmente bar, ristoranti, paninoteche, ma anche negozzi di vestit. La gran maggior parte di questi aperti da persone con pochi anni,se va bene, di esperienza nel settore, convinti che per fare l’imprenditore basti tirare su la serranda. Purtroppo, si accorgono ben presto che non é così, tralasciamo la mancanza di uno studio sulla domanda/offerta, non guardiamo il bacino di eventuali clienti, lasciamo amche perdere l’originalità della nuova attività, ma per far andare avanti un locale, un negozio, un bar o un ristorante, le conoscenze non possono essere solo quelle di saper fare un buon cappuccino o un ottimo drink o un bel piatto di pasta. Ci vuoletanto e ben altro. Il risultato? Aprono, se va bene un anno di attivita, a volte anche meno e poi al primo F24 crisi e vendita o chiusura. Peccato che in questa follia arrecano danni incredibili a tutto il commercio.
Erica Battellani says
Ciao Francesco, sono d’accordo con te, la tua è una visione piuttosto lucida di questo momento storico. In effetti noi siamo molto sensibili all’argomento ristoranti, ma non è che bar e altri locali siano messi molto meglio.
Da un lato c’è la totale improvvisazione di chi gestisce. Dall’altro l’instancabile voglia di cambiare (alla ricerca di chissà cosa poi) di chi lavora in cucina, in sala, al banco del bar…
A mio avviso il risultato è una grave perdita di credibilità sia da un lato che dall’altro.