
In questi giorni da Otranto, grazie al vento di tramontana che soffia sulle sue coste, si possono ammirare ad occhio nudo i monti dell’Albania. Siamo naturalmente in Salento. Per chi ha avuto o avrà la fortuna di visitare quest’ultimo lembo di terra italica – la vecchia Messapia (terra tra due mari) – che negli ultimi anni ha fatto conoscere la sua bellezza a migliaia di italiani e stranieri, ci sono cibi e gusti inconfondibili che riescono a dare quel valore aggiunto al soggiorno.
Infatti è proprio vero, il Salento ti prende anche per la gola e adesso scopriamo il perché. Per le vie di Lecce, intorno a Piazza Sant’Oronzo e al suo anfiteatro romano, tra chiese barocche e la splendida Piazza Duomo, è facile imbattersi in ristorantini e trattorie di vario tipo dove si potranno gustare i piatti tipici di questa terra, tra i quali segnaliamo senz’altro il Ristorante Bros’, in via Acaja 2.
E tra una porzione di buon pesce e una di carne arrostita, perché non deliziarsi il palato con i tanti dolci salentini che in questo periodo natalizio offrono il meglio di sé e cui – noi lo sappiamo bene – è quasi impossibile resistere? A partire dal re della pasticceria leccese: il cosiddetto “Pasticciotto“.
Fonte Wikimedia, Autore Florixc, CC BY-SA 4.0
Il pasticciotto è un composto dolciario fatto di pasta frolla farcito con crema pasticcera e cotto in forno.
La pasta frolla è realizzata con strutto e crema ma senza adoperare né burro né margarina. Ha tipicamente una forma ovale ma, specie in altre regioni, se ne possono trovare ormai di diverse anche a forma di vera e propria torta, appunto detta “torta pasticciotto”. L’origine di questo dolce è abbastanza antica e controversa. C’è chi parla di una sua primissima apparizione nella Roma del XVI secolo in alcuni carteggi in ambienti religiosi fino ad arrivare in Salento, in particolare nella città di Nardò, secondo centro cittadino della provincia leccese. Un’altra corrente di pensiero invece fa risalire la nascita del pasticciotto al 1745 a Galatina per mano del pasticcere locale Andrea Ascalone che lo avrebbe inventato un po’ per caso.
Si narra infatti che Ascalone volesse utilizzare impasto e crema avanzati da una torta già infornata per realizzarne un’altra di dimensioni più piccole ma il risultato non lo soddisfacesse affatto. Così, secondo questo racconto, regalò il pasticcio a un passante, il parroco del paese, che se ne innamorò e iniziò a ordinarglielo insinstentemente. Di lì in poi la sua produzione crebbe gradualmente fino a iniziare ad essere distribuirlo un po’ in tutto il paese e nelle zone circostanti. Il pasticciotto, negli ultimi anni, ha avuto un vero e proprio boom anche all’estero, grazie ai tanti emigranti salentini sparsi per il mondo e anche per la creazione di una sua variante particolare che ha conquistato addirittura l’America e la Casa Bianca: Il pasticciotto Obama. Quello Obama è un pasticciotto completamente nero rispetto all’originale color ambra e internamente è ripieno di cioccolato invece che di crema e fu dedicato all’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, subito dopo la sua elezione, dal pasticcere di Campi Salentina Angelo Bisconti. Il fatto fece subito notizia e generò una grande richiesta di questi nuovi pasticciotti neri in tutta Italia, Europa e ovviamente in America.
Non ha avuto la stessa fortuna l’attuale Presidente Trump, che a quel tempo, d’altronde, era ancora impegnato nell’attività che lo ha reso celebre, ovvero la gestione dei suoi casinò. Tuttavia, la stessa famiglia Trump può considerarsi orgogliosa di aver causato inconsapevolmente la creazione di un dolce ispirato alla First Lady Melania, moglie del Presidente, prodotto in Slovenia proprio nel piccolo paese d’origine di lei e che è stato chiamato appunto “Prva Dama” (“First Lady”): una sorta di american pie fatta con mele del posto e con altri ingredienti che la pasticcera Okusne Dobrote non ha intenzione ancora di rivelare.
Oltre al pasticciotto, ci sono altre delizie salentine da dover menzionare. L’atmosfera natalizia, come ogni anno, porta a un’abbondante produzione di “purceddruzzi“, che prendono il nome dalla forma che ricorda dei “porcellini”, tipici di questo periodo. Sono in pratica dei pezzettini di pasta fritta inzuppati nel miele e conditi con cannella e altre spezie e sovente vengono prodotti e consumati insieme
alle “cartellate“(“cartiddrate” in dialetto), simili nella preparazione ma diverse nella forma più aperta e avvolgente e il cui nome pare provenire dal greco “kartelas” (cestino).
Fonte Wikimedia, Autore Florixc, CC0 1.0
Infine, ricordiamo i mustaccioli salentini (detti anche”scagliozzi”) e i vari pesci e agnelli di pasta di mandorla, dolci tipicamente presenti su tutte le tavole salentine nel periodo di Natale. Ora che sappiamo cosa ci aspetta in Salento, non ci resta che prenotare il viaggio. Il buono ci aspetta.
[Foto di copertina: Fonte Wikimedia, Autore Renano, CC BY-SA 3.0]
Bella descrizione delle “nostre golosità ” sono salentina,da molti anni a milano, e i miei rientri dalle vacanze prevedono sempre vassoi e vassoietti con tutti i dolci da voi menzionati. Bello!