
Sette giorni di eventi in tutta Italia per promuovere la birra di qualità, un’iniziativa portata avanti anche quest’anno da Andrea Turco, fondatore del blog “Cronache di Birra”.
L’evento inaugurale della Settimana della Birra Artigianale, Il Ballo delle Debuttanti, si è tenuto domenica 5 marzo, a Roma da Luppolo Station. Il pub a tema ferroviario che sorge nei pressi della Stazione di Trastevere, è stato preso d’assalto da degustatori, addetti al settore e semplici appassionati che hanno colto la ghiotta occasione di assaggiare, in anteprima assoluta, 13 birre artigianali italiane inedite, alla presenza dei birrai.
Difficile provarle tutte, anche perché l’unica misura disponibile era la pinta da 33 cl, ma con un po’ di organizzazione e la collaborazione di un paio di amici curiosi, siamo riusciti a degustarle tutte senza conseguenze.
Abbiamo riscontrato una qualità medio alta ed una discreta varietà di stili, dalle pils alle più ardite sour ale. Il trend delle iper luppolate si è evidentemente affievolito, lasciando spazio alle sperimentazioni con la frutta e addirittura una birra prodotta con lieviti non convenzionali.
Di seguito 10 delle 13 “debuttanti”, con relativa descrizione a cura di Andrea Turco di Cronache di Birra, alla fine del lungo elenco la mia personale menzione alle 3 che mi hanno maggiormente colpito.
Rosebud (5,5%) – Birrificio Toccalamatto
Sour Ale
Difficile risolvere il mistero che si cela dietro questa creazione di Toccalmatto, a causa della sua ricetta piuttosto complessa. La Rosebud è una fermentazione mista con Brettanomyces e altri microrganismi “non ortodossi”, che subisce un affinamento didue anni in botte. Successivamente viene trasferita in tino dove acquista ulteriore profondità aromatica grazie all’aggiunta di rosa canina e mirtilli.
Magic Key (6,5%)- Birranova
Fruit IPA
Direttamente dalla Puglia il birrificio Birranova si presenta con la sua Magic Key, fresca vincitrice della medaglia di bronzo tra le birre alla frutta al concorso Birra dell’Anno di Unionbirrai. Tra gli ingredienti ricopre il ruolo di protagonista il succo di mandarino, che aggiunge freschezza e intensità aromatica a un’ottima base realizzata con luppoli americani. Una nuova e squisita interpretazione della tipologia (Grape)fruit Ipa, molto in voga al momento.
Hopnotic (5,3%) – Opperbacco
Hoppy Lager
La Hopnotic è definita una “hoppy Lager” per l’intenso contributo del luppolo su una base “standard” a bassa fermentazione. Creata con un solo malto (Pils) e un solo luppolo (Galaxy, usato anche in dry hopping), è una birra chiara, leggera e rinfrescante, ma anche molto decisa.
Interstellar Overdrive (7%) – Manerba
Double IPA
Forte delle due medaglie conquistate a Birra dell’Anno con categorie ad alta fermentazione, il Birrificio Manerba si presenta al Ballo delle Debuttanti con la sua nuovissima Interstellar Overdrive. È una Double IPA chiara (malto Pils) che vanta una generosa luppolatura con varietà Cascade, Centennial, Citra e East Kent Goldings.
Birrantonio Dry Hopped Edition(5,5%) – Bibibir
Golden Ale
L’emergente birrificio abruzzese Bibibir, finalista a Birraio dell’Anno 2016, iscrive al Ballo delle Debuttanti una versione speciale della sua Birrantonio. Rispetto alla ricetta base, la Birrantonio Dry Hopped Edition si caratterizza per una luppolatura a freddo di varietà Hallertau Mittelfruh. Il risultato è una Golden Ale essenziale ma decisamente appagante, con una marcia in più rappresentata dalle vivaci note erbacee provenienti dal dry hopping.
Coton (8,5%) – Foglie d’Erba
Double IPA
Prototipo della prima di tre birre che comporranno la nuova linea di Foglie d’Erba legata strettamente al territorio, la Coton nasce dalla ricetta della Freewheelin’, ma prevede un’aromatizzazione molto particolare. Alla ricetta dell’apprezzatissima Double Ipa della casa, infatti, è stata aggiunta una piccola percentuale di resina di pino che ne amplia lo spettro aromatico con suggestioni insolite e intriganti.
Damnatio Memoriae (8,5%) – Birrificio dei Castelli
Double IPA
Medaglia d’argento al concorso Birra dell’Anno tra le Double Ipa, è brassata con luppoli americani e neozelandesi (bollitura + dry hopping). Al naso emergono profumi di frutta esotica, in bocca spicca il contrasto dolce-amaro con un finale secco che nasconde l’importante tenore alcolico, facendo di questa birra una rischiosa e piacevole “condanna della memoria”.
T.S.O. Cedro (7%) – Casa di Cura
Fruit IPA
La T.S.O. non è solo una birra, ma anche un’idea: creare ogni volta una ricetta diversa, basata su un solo malto, un solo luppolo e una sola spezia. Questa nuova incarnazione è realizzata con luppolo Centennial e cedro biologico.
Sex Appils (5%) – Argo
Pilsner
Una classica Pilsner in stile tedesco con luppolo della zona di Tettnang, che si concede una licenza poetica rispetto allo stile di riferimento per la presenza di un leggero dry hopping che esalta le caratteristiche aromatiche del luppolo.
Narciso (6%) – Birrificio dell’Aspide
Italian Grape Ale
L’anello di congiunzione tra la birra e il vino secondo il Birrificio dell’Aspide. La base è quella della Saison della casa (15% di segale), ma fermentata con lievito da Blanche. Dopo 2 giorni è aggiunto un 12% di mosto di moscato che conferisce note inusuali, pur senza stravolgere l’anima birraria del prodotto.
Come dicevo tutte produzioni molto valide e apprezzabili ma non potevo esimermi dal citare le tre che mi hanno impressionato maggiormente.
Uso non a caso il termine “impressionato” per rimarcare che si tratta appunto di un giudizio estremamente personale, che non tiene conto solo di questioni meramente tecniche ma è più inerente alla sfera emozionale.
E dunque, queste sono le tre debuttanti per cui ho avuto una sorta di colpo di fulmine e che spero di bere nuovamente presto:
Astrid di Birrone (Blonde Ale 4,9%) per la straordinaria bevibilità.
Signori ecco a voi la semplicità. I maestri delle basse fermentazioni, questa volta sfoderano una belga da berne a ettolitri. L’ho provata all’inizio della mia sessione di degustazione, e mi aveva colpito. Ho pensato che, essendo l’inizio, fossi particolarmente “sensibile”, per non dire assetato…L’ho riprovata alla fine e mi ha conquistato definitivamente. Godibile anche dopo aver degustato una dozzina di altre birre. Beverina come è giusto che sia una classica Blonde Ale belga, che allo stesso tempo conserva le note date dal lievito e con una discreta luppolatura da Spalter Select.
Cream Heli di Birrificio di Cagliari (Spicy Cream Ale da 5%): per l’utilizzo di un ingrediente del territorio.
Marco Secchi l’ha fatto di nuovo…Dopo la celebre birra col fico d’India e quella con il mirto affumicato questa volta ha realizzato una Cream Ale con un’altra pianta largamente diffusa in Sardegna: l’elicriso, i cui aromi ricordano curiosamente la liquirizia ma anche il curry. I sentori sono appena accennati e rispettano l’equilibrio e la delicatezza di uno stile americano estremamente beverino realizzato in questo caso con fiocchi di mais e di avena.
KO2 di Birra dell’Eremo (Unconventional ale da 5%): per il lavoro di ricerca sui lieviti.
Vizio di famiglia a quanto pare, Enrico Ciani birraio dell’Eremo ha ereditato l’interesse nei confronti del mondo dei lieviti dal padre che è qualcosa di più di un semplice “appassionato”… Una birra allo stesso tempo semplice ma sorprendente ed unica. Fa parte di un progetto che vede la creazione di tre birre con tre lieviti non convenzionali diversi, nello specifico la KO2 è stata prodotta con il Kluyveromyces thermotolerans, in fermentazione primaria insieme al classico Saccharomyces cerevisiae. Note delicate floreali e fruttate al naso, leggera acidità e sapidità in bocca.
Non vi resta che provare queste e tante altre birre durante questa lunga maratona di una settimana. Per scoprire tutti gli eventi non resta che rimandarvi al sito della manifestazione.
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