La famiglia Pillot produce vino fin dalla fine dell’Ottocento e oggi è alla quarta generazione. Paul, il padre di Thierry, nel 1968 ha cominciato ad acquisire delle vigne, passando da un ettaro agli odierni 13, suddivisi secondo tradizione in tante piccole parcelle e creando il Domaine Paul Pillot. Thierry è stato coinvolto nella gestione nel 2004, a 24 anni, e oggi è lui a tenere le redini dell’azienda. Sono 16 le etichette prodotte, di cui 12 di vini bianchi, con 6 Premier Cru di Chassagne-Montrachet e 2 di Saint-Aubin.
Raramente ho incontrato un giovane produttore dalle idee così chiare, e dalle sintesi così efficaci riguardo al suo lavoro e ai suoi obiettivi. Quindi meglio lasciargli la parola.
“I migliori consigli che mi ha dato mio padre sono legati alla conoscenza dei terroir e a quella del lavoro in vigna. Oggi la cultura del vino è differente rispetto aglii scorsi decenni, come d’altronde lo è la gastronomia. In effetti non so dire cosa sia effettivamente cambiato, sicuramente una maggiore ricerca della finezza piuttosto che della ricchezza, e inevitabilmente un minor uso di legno nuovo (oggi nelle varie etichette va dal 10% a un massimo del 50%). Per dirla nel modo più semplice possibile, la generazione precedente cercava lo zucchero, noi il sale. Loro intervenivano di più in cantina, volevano ottenere un elevato grado alcolico, mentre oggi noi non lo vogliamo assolutamente. La questione non è dire che noi siamo più bravi dei nostri padri, ma solo che facciamo qualcosa di differente. D’altronde, non è una questione di “fare meglio” delle precedenti generazioni. Infatti, in un certo senso stiamo tornando al modo di lavorare dei nostri nonni.
Un momento decisivo per la mia formazione e la mia crescita personale è stato quando mio padre mi ha spinto ad andare all’estero, sei mesi in Sud Africa e sei mesi in Australia. Quando sono tornato tutti mi hanno chiesto cosa avevo imparato e cosa avevo riportato da mettere in pratica. Beh, io ho riportato la consapevolezza di quanto sono fortunato a essere nato qui in Borgogna, dove posso realizzare 16 vini del tutto diversi tra loro da due soli vitigni, in cui l’unico lavoro da fare è quello di andare nel vigneto per ottenere il meglio e poi intervenire in cantina il meno possibile. Non ci sono segreti, si lavora la terra e si cerca di far sentire il terroir da cui proviene il vino, punto.”
Il risultato di questo approccio è una serie di vini di grande qualità, dall’ottimo rapporto qualità prezzo, perfettamente integri, dinamici e grintosi, tutti giocati sui toni sapidi e tutti differenti l’uno dall’altro. Chapeau.
Bourgogne Aligoté ’11 Domaine Paul Pillot
Piacevole e fresco, è luminoso, di buona tensione e con note di agrumi. Un ottimo Aligoté.
Bourgogne Chardonnay ’11 Domaine Paul Pillot
Meno brillante dell’Aligoté, al naso presenta sentori di frutta bianca leggermente speziati, mentre il palato è dritto ma piuttosto semplice.
Chassagne-Montrachet ’11 Domaine Paul Pillot
Da suoli argillosi e profondi, presenta un palato più classico: grasso, robusto, sempre gradevole ma meno affilato della maggior parte delle altre etichette.
Chassagne-Montrachet Les Mazures ’11 Domaine Paul Pillot
Nasce su di un suolo più calcareo rispetto al precedente, evidenziando un’identità propria, motivo per il quale viene imbottigliato separatamente con il nome del lieu-dit. Più verticale, teso e dritto, si esprime con grinta sempre su toni di agrumi.
Saint-Aubin 1er Cru Pitangerets ’11 Domaine Paul Pillot
Thierry Pillot crede molto nelle potenzialità dei terreni di Saint-Aubin, con i suoi terreni e il clima fresco, tanto che a suo parere diverse vigne sono all’altezza di molti cru di Chassagne. Situato su suolo calcareo ghiaioso, da una parcella lavorata da pochi produttori, questo Saint-Aubin ha toni di agrumi al naso che anticipano un palato fresco, teso, graffiante e minerale, con un finale pulito, nitido, molto bello.
Saint-Aubin 1er Cru Charmois ’11 Domaine Paul Pillot
Proveniente da una vigna di 1.23 ettari, situata su di un suolo più simile a quello di Chassagne, lo Charmois ha note di frutta bianca e agrumi al naso, è gessoso, asciutto e teso, ma allo stesso tempo più largo e ampio del precedente.
Chassagne-Montrachet 1er Cru Clos Saint-Jean ’11 Domaine Paul Pillot
Il Clos Saint Jean è la vigna di più di due ettari situata proprio accanto all’azienda, che vede la presenza sia di chardonnay che di pinot nero. Ai profumi leggermente balsamici, con note agrumate e minerali, segue un palato teso, roccioso, con note di verbena e ancora agrumi, lungo e affascinanate. Un Premier Cru che rispetta in pieno il suo rango.
Chassagne-Montrachet 1er Cru Les Champ-Gains ’11 Domaine Paul Pillot
Da 0.38 ettari su terreno argilloso nasce Les Champ-Gains, dai sentori di scorza d’arancio e cedro, mentre il palato è più largo e un po’ meno affilato e verticale del precedente, ma sempre nel tipico stile aziendale.
Chassagne-Montrachet 1er Cru La Grande Montagne ’11 Domaine Paul Pillot
La Grande Montagne proviene da 0.26 ettari situati su terreno calcare, che danno vita a un vino dritto, teso, con note di frutti a polpa bianca, acidulo, minerale e agrumato, lungo e freschissimo, in cui è stato utilizzato legno nuovo solo per il 10%.
Chassagne-Montrachet 1er Cru Les Grandes Ruchottes ’11 Domaine Paul Pillot
Da un quarto di ettaro di un cru dal terreno calcareo e ricco di ghiaia, ancor più di quello del Romanée, nasce questo Chassagne dal naso ancor più complesso dei precedenti e di grande fascino, in cui spiccano note di frutta bianca. Il palato è sottile e complesso, minerale e succoso, lunghissimo.
Chassagne-Montrachet 1er Cru Les Caillerets ’11 Domaine Paul Pillot
Mezzo ettaro per un vino dai profumi differenti dagli altri, floreali con sfumature di frutti esotici. Il palato è molto più chiuso dei precedenti, mostra un grande potenziale in prospettiva, ma è già molto convincente. Da attendere.
Chassagne-Montrachet 1er Cru La Romanée ’11 Domaine Paul Pillot
Meno di mezzo ettaro su di un suolo argillo-calcareo con viti di circa cinquant’anni. Naso marino, con sentori di iodio, fiori e frutta bianca, precedono un palato complesso e aereo insieme, molto lungo, sempre dinamico anche se un po’ meno minerale e affilato di altri, giocato soprattutto su toni sapidi di alghe e di frutti di mare. Un vino che riesce a coniugare l’impostazione della maison per fascino ed eleganza con un corpo e una ricchezza non comuni.
Bourgogne Pinot Noir ’11 Domaine Paul Pillot
Un “base” in cui ai toni di frutti rossi e terra bagnata segue un palato talmente teso e dritto da risultare quasi austero, anche se nel finale ritroviamo frutto e piacevolezza di beva.
Saint-Aubin Rouge ’11 Domaine Paul Pillot
Naso terroso e speziato, rispetta il suo rango risultando più complesso del precedente e con un palato succoso, di buona complessità e tensione.
Chassagne-Montrachet Rouge 1er Cru Clos Saint-Jean ’11 Domaine Paul Pillot
Una parte delle uve non sono state diraspate. Elegante nei suoi toni di frutti rossi, è fine, lungo e polposo, con una ricca nota fruttata sostenuta e rinfrescata da un substrato minerale.
Chassagne-Montrachet Rouge 1er Cru Clos Saint-Jean ’10 Domaine Paul Pillot
Intenso e complesso al naso, in cui spiccano note di frutta rossa con sfumature floreali e minerali, si propone con un palato pieno e lungo, aromaticamente coerente, saporito e dal frutto croccante. Uno dei migliori Chassagne Rouge che mi sia capitato di assaggiare.
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