Un concorso che non è un classico concorso e dei vini premiati che vincono proprio perché non sono “vini da concorso”, ecco la logica che guida la Vernatsch Cup, che si è svolta a Lana al bellissimo Vigilius Mountain Resort ed è giunta quest’anno alla sua quindicesima edizione.
Sono state 95 le Schiava valutate in varie degustazioni, distinte in varie categorie, che comprendono sia le denominazioni che gli stili produttivi, che hanno dato vita a una degustazione di ottimo livello medio – quello che più interessa gli organizzatori – e dove i valori dominanti di questa tipologia, come bevibilità, freschezza e piacevolezza immediata, l’hanno fatta da padrone. In una realtà in cui alla diminuzione della superficie vitata dedicata a questo vitigno – siamo passati dai 3600 ettari vitati del 1978 agli 840 del 2015 – fa da contrappeso una decisa crescita qualitativa dei vini prodotti, la Vernatsch Cup in questi anni ha saputo certificare la rinascita della schiava come risposta ideale di questo territorio alla sempre più forte richiesta da parte del mercato di vini ad alta bevibilità, facili da abbinare, in particolare per quanto riguarda i rossi da bere freschi.
Per la giuria degli esperti (giornalisti, enologi e sommelier italiani, tedeschi, svizzeri e austriaci) i vini premiati come “Schiava dell’anno 2018” sono stati:
- A. A. Lago di Caldaro Classico Superiore Per Se 2017 – Elena Walch
- A. A. Lago di Caldaro Classico Superiore Leuchtenberg 2017 – Produttori Caldaro
- A. A. Meranese Graf Schickenburg 2017 – Cantina Produttori Merano
- A. A. Schiava Gentile Vigna Haselhof 2017 – Josef Brigl
- A. A. Schiava Hexenbichler 2017 – Cantina Termeno
- A. A. Santa Maddalena classico 2017 – Fliederhof
- A. A. Santa Maddalena classico 2017 – Kandlerhof, Martin Spornberger
- A. A. Santa Maddalena classico 2017 – Ansitz Waldgries
- A. A. Santa Maddalena classico Antheos 2016 – Ansitz Waldgries
- A. A. Schiava 2016 – Produttori San Paolo
È stato dato un premio anche da una giuria di appassionati. Il vino preferito dal pubblico è stato l’A. A. Santa Maddalena classico Antheos 2016 – Ansitz Waldgries.
Per quanto mi riguarda, contrariamente a quanto mi aspettavo ho trovato delle 2017 davvero gradevoli, fresche e dalla beva trascinante. Detto che, come spesso mi accade quando l’assaggio al momento della sua uscita sul mercato, non mi ha particolarmente convinto la Gschleier Alte Reben della Cantina Girlan, che considero semplicemente come la più affascinante delle Schiava, una sorta di miracolo per la sua capacità di migliorare nel corso degli anni e di acquisire col tempo un fascino unico, ecco i vini che mi sono piaciuti di più nelle varie denominazioni:
A. A. Lago di Caldaro Classico Superiore Per Se 2017 – Elena Walch
Dai classici sentori di frutti di bosco, si è distinto per precisione e nitidezza aromatica. Un vero vino gastronomico, di grande facilità di beva, fine e ritmato, con un fresco finale fruttato di lungo e piacevolissimo.
A. A. Schiava Gentile Vigna Haselhof 2017 – Josef Brigl
Piacevolezza e grinta acida hanno fatto del Vigna Haselhof uno dei miei assaggi preferiti, grazie al grande equilibrio che ha mostrato tra le note in entrata di frutto dolce e la chiusura secca e rinfrescante, con una trama allo stesso tempo ricca e delicata.
A. A. Santa Maddalena Classico Huck Am Bach 2017 – Cantina Bolzano
L’Huck Am Bach è uno dei vini che in questi anni ha formato il mio gusto per quanto riguarda le schiava: mi è sempre piaciuto molto e non mi ha stupito quindi ritrovarlo tra i miei preferiti, anche se non è stato apprezzato così tanto da tutti i membri della giuria. Fresco, elegante, di grande tipicità nelle sue note di ribes, mirtilli rossi e sottobosco, come al solito mi ha convinto soprattutto per la piacevolezza di beva e per il finale, lungo e dissetante.
A. A. Meranese Graf Schickenburg 2017 – Cantina Produttori Merano
L’espressione più alta quest’anno, almeno secondo me, di quello che dovrebbe essere una Schiava: frutto, freschezza, piacevolezza immediata, pericolosa facilità di beva. Tutto questo l’ho ritrovato nella Graf Schickenburg ’17, con in più un perfetto equilibrio tra i toni dolci asprigni dei frutti di bosco e un finale secco, rinfrescante e di grande persistenza aromatica.
[Credits fotografici: Armin Huber]
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