
Il Domaine Clair-Daü, fondato nel 1919 da Joseph Clair, è stato considerato per molti anni tra i più prestigiosi della Borgogna, ma dopo la morte di Joseph nel 1971 sono sopravvenute una serie di vicissitudini ereditarie fino allo smembramento e alla scomparsa del nome del domaine, avvenuta nel 1985.
Da notare che una buona parte dei vigneti aziendali, tra i quali anche le vigne da cui proviene questo Clos St-Jacques, oggi sono in mano al nipote di Joseph, Bruno Clair.
Il 1976 è un’annata che all’inizio è stata celebrata – tanto da essere comparata alle più grandi del secolo – poi ridimensionata – a causa di tannini troppo duri che in vari casi non si sono mai affinati.
Frutto di un acquisto a un’asta qualche anno fa, mi sono quindi accostato a questa bottiglia con un certo timore che però si è subito dissipato: ne è emerso un vino sottile, dai tannini finissimi, quasi diafano ma ancora ben vivo, sapido e con sfumate ed eleganti note speziate e fruttate.
Lontano dalla maggior parte delle interpretazioni contemporanee, più ricche e potenti, mi ha fatto fare un salto – in positivo, sia chiaro – nella tanto discussa Borgogna degli anni ’70, dando ragione a chi considera Clos St-Jacques un Grand Cru in pectore.
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