
Il dibattito se sia più importante il millesimo o il terroir è da sempre tra i più accesi nel mondo del vino, anche se (o forse proprio per questo) sempre più mi ricorda quello se sia nato prima l’uovo o la gallina. In questo caso comunque tra la piccola annata e il grande vino mi sembra si sia trovato un buon equilibrio. Questo Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande ’93, il più atipico dei Grand Cru Classé di Pauillac con i suoi 11 ettari nel comune di Saint-Julien e il suo 35% di merlot (e in quell’anno solo un 45% di cabernet sauvignon), è risultato molto piacevole, con toni di fiori secchi e di frutti rossi maturi, tabacco e spezie, più lungo di quanto mi aspettassi e dai tannini eleganti e setosi. Non arrivo a dire che bisognava attenderlo fino ad ora e che questo era proprio il momento migliore per berlo, ma credo non di essere troppo lontano dalla realtà se affermo che le piccole annate dei grandi Bordeaux danno il meglio tra i dieci e i venti anni di bottiglia, quindi…
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