
In occasione di una visita nel Roero Francesco Monchiero ha organizzato una verticale dei suoi tre vini di riferimento: il Roero Arneis Cecu d’la Biunda, la Barbera d’Alba Monbirone e il Roero Printi. Qui le impressioni sulla Barbera d’Alba MonBirone.
La Barbera d’Alba MonBirone nasce nel comune di Canale, sulla collina del santuario della Madonna di Mombirone. La vigna, di 2,5 ha, è situata tutt’intorno alla cima, con un’esposizione quindi che comprende i versanti est, sud e ovest, su di un terreno argillo-calcareo. È certamente il vino cui Francesco tiene di più, almeno dal punto di vista affettivo. Il vigneto di MonBirone infatti è stato il primo a essere acquistato dalla famiglia, nel lontano 1918.
Per quanto riguarda il lavoro in cantina, la fermentazione alcolica di solito è di 15/20 giorni, poi barrique per 15/20 mesi.
Barbera d’Alba MonBirone 2000
Gli intensi profumi sono una specie di compendio dei tipici sentori terziari della barbera: fondamentalmente terrosi e di sottobosco, con note di frutto rosso maturo e leggeri toni balsamici e animali. Il palato è ricco, di buon peso e tenuta, con una piacevole sfumatura speziata in entrata, ma nel tempo si rivela meno nitido e compiuto di quanto il naso facesse prevedere, con una virata verso note di olive nere in salamoia.
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Barbera d’Alba MonBirone 2001
Espressione opposta a quella del 2000, com’è giusto che sia. A un naso certo di buona pulizia e precisione, ma non particolarmente ampio, fa seguito un palato dinamico, ancora di notevole tensione, gusto e grinta, leggermente spigoloso e segnato dalla tipica acidità del vitigno ma con in premio una bella bevibilità. A conferma che la 2001, pur non essendo per la barbera quell’annata straordinaria che è stata per il nebbiolo, resta una delle più piacevoli da bere anche a distanza di un decennio e più.
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Barbera d’Alba MonBirone 2004
Altra annata più da nebbiolo che da barbera ma che ha dato in genere una serie di vini di notevole qualità. Terroso e tipico il naso, elegante, scorrevole, nitido e ancora sul frutto il palato, ha un finale in cui si esalta una splendida beva. La preferisco alla 2001, seppur di poco, per la brillantezza, ma entrambe si dimostrano in perfetta forma e ancora tutte da bere.
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Barbera d’Alba MonBirone 2007
Ecco un’annata da barbera. Questa MonBirone è intensa, piena, lunga e complessa, davvero un risultato degno della 2007. Al naso si presenta con note di frutti neri e sottobosco, mentre al palato è ancora giovane ma già equilibrata, piena, ricca di frutto dolce, con una trama in cui spiccano sapidità e la classica freschezza acida, lunga e profonda. La migliore della verticale. Splendida.
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Barbera d’Alba MonBirone 2009
Ricca e cupa, con tanto frutto dolce, ancora pastosa e molto legata al frutto, mi sembra che non attraversi la sua fase migliore, anche perché c’è ancora un filo di legno da assorbire. Ne sono un po’ stupito, perché alla sua uscita l’anno scorso mi era piaciuta moltissimo per brillantezza, esuberanza, frutto e freschezza. Da risentire tra qualche anno, per vedere se sarà all’altezza del millesimo, splendido per questo vitigno, e dei miei assaggi iniziali.
- Valutazione:
Solo cinque annate assaggiate, ma che bastano per disegnare il profilo di una Barbera classica, in cui fragranza di frutto e ricchezza acida riescono, soprattutto nelle annate più calde, a dare un vino di notevole profondità senza che si perdano piacevolezza di beva e brillantezza aromatica.
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