Perdonatemi la licenza geometrica ma a Trastevere c’è un magico quadrilatero a cinque punte. Non sono riuscita a definire meglio questa specie di eldorado del cibo. Seguitemi come seguireste Beatrice alla scoperta del paradiso del gusto. E mi raccomando, naso di segugio a catturare gli odori.
Arrivate dove si incrociano viale Trastevere e via San Francesco a Ripa, spalle a Ponte Garibaldi, sulla destra. Guadagnate il marciapiede di sinistra e cominciate a spalancare le narici. Mentre procedete comincerete a sentire un odore di fritto, frammisto a pasta lievitata cotta in forno con pomodoro e mozzarella (più semplicemente pizza). Dovete fare al massimo 40 passi. Vedrete gente in fila di fuori, se è ora di pranzo o di cena. Ora vi trovate di fronte ad un piccolo locale – Sisini – è il tempio del supplì alla romana, quello con la mozzarella che deve rigorosamente filare mentre lo si addenta. Anche la pizza è di ottima qualità ma il supplì non si batte. Sempre caldi e sugosi si sciolgono in bocca senza mai incatenarsi a metà esofago, come capita sovente con i finti supplì che sono un agglomerato di colla leggermente rosata. Mangiatene solo uno perché c’è ancora bisogno di spazio nello stomaco.
Proseguite sullo stesso marciapiede e dopo altri dieci passi sentirete di nuovo un forte, inebriante odore. Quello del pecorino, della ricotta e (scusate la rudezza del linguaggio ma si chiamano così) dei Coglioni di mulo anche dette Mortadelle abruzzesi. È un negozio chiamato la Caciara (da cacio) ma per noi trasteverini sono “I Fratellini”. Con una gentilezza fuori dal comune ti vendono pecorino e ricotta romani da sommesso gemito di piacere. Provate anche i Coglioni di mulo caratteristici per il lardo tutto concentrato in un quadrato al centro della polpa magra e tritata molto fine. In famiglia dicono che fu un mio zio macellaio di Poggio Cancelli, un borghetto sopra il lago di Campotosto, ad inventarle o ad essere tra i primi a produrle.
Fatta la spesa alla Caciara proseguite fino a via Natale del Grande e girate a sinistra mantenendo sempre lo stesso marciapiede. Dovete camminare un’ottantina di metri. Poi girate la testa a sinistra, azionate i recettori nasali e scoprite Iacozzilli (via Natale del Grande, 15), il norcino storico di Trastevere. Sta lì da una vita, penso dagli anni Trenta. Tutta la carne di maiale è di produzione propria, compreso il prosciutto tagliato sempre e solo a mano. Salsicce, spuntature, arista, coppiette (sapete cosa sono, sì?) qualunque cosa si sceglie è buonissima e saporita. Ma quello che non dovete assolutamente perdervi è la testina di vitello condita. Non ha eguali, è raro trovarla in altri posti (e comunque non è così buona) e quando la mangi ti sembra di intravedere un raggio di luce santa.
Uscite e attraversate la strada. Quasi “incontro” (in romano significa di fronte), all’angolo con Piazza San Cosimato, inoltratevi dentro ad un negozio che si riconosce dai sacchi di legumi sulla porta e da un odore che confonde i sentimenti. È il mercato multietnico di Trastevere e sta lì, pure lui da almeno ottant’anni. Non ha insegna ma chi bazzica Natale del Grande lo chiama “Gli Orfanelli“. Legumi e cereali di tutti i tipi, semi, spezie, cioccolato, tè, caramelle, tisane, pasta dei formati più inconsueti, liquirizie, miele, marmellate, frutta secca. E tutto, da tutto il mondo. Una vera drogheria d’altri tempi, rimasta intatta come assortimento, arredo (lo stesso da sempre) e proprietari.
E ora siamo arrivati all’ultima punta del nostro strampalato quadrilatero. Rimanete sullo stesso marciapiede ma fate dietrofront e riprendete a camminare con le spalle a San Cosimato. Camminate finché non trovate una pasticceria (la Pasticceria Trastevere, via Natale del Grande, 49). Anche lì il vostro naso segugio vi aiuterà a non perdere la strada. Vi accoglieranno Vera e Cinzia e una tonnellata di dolci, uno più buono dell’altro.
Lì la crema è crema, la cioccolata è cioccolata e la frolla è frolla. Da non perdere i cannoli, e, quando ci sono, i bignè fritti. Anche la biscotteria è ottima, vi consiglio i brutti-buoni, specie se li hanno appena fatti. Tra le torte, la mimosa di cioccolato e la torta della nonna. Ma come si sceglie, si sceglie bene. Dite loro che vi mando io e fatevi consigliare.
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