Nel 2010 Tokyo ha superato Parigi per numero di ristoranti al top recensiti dalla guida Michelin, considerata una vera e propria bibbia dai gourmet locali e stranieri. La maggior parte dei ristoranti di lusso, soprattutto esteri, si concentrano a Roppongi, il quartiere del piacere e della movida. Trascorrere una serata in un locale di alto livello, che si tratti di un francese stellato o di un ristorante formale che propone cucina tipica giapponese (la cucina kaiseki, composta da numerose portate, elegante e raffinata) potrebbe portar via una bella fetta del budget di un viaggiatore economicamente normodotato. La buona notizia è che a Tokyo, anche spendendo decisamente poco, si possono vivere esperienze gastronomiche interessanti. Prima di partire per il Giappone, ho chiesto consiglio ad un amico che, essendo fidanzato con una giapponese, conosce le abitudini culinarie locali. Speravo di partire con il taccuino pieno di consigli e di indirizzi e invece le indicazioni sono state ben diverse (e devo dire che non posso che condividerle in pieno).
Prima di tutto: in Giappone si mangia bene pressoché ovunque. Si possono trovare ovviamente luoghi in cui si mangia meglio ma, di base, sanno il fatto loro. Secondo: è praticamente impossibile, per chi non è più che pratico di lingua giapponese o della città di Tokyo, individuare un luogo in cui andare a mangiare. Dimenticate il nostro concetto di “vai al ristorante tal dei tali, in via tal dei tali, etc. etc.”. È già tanto se riuscirete a individuare il quartiere in cui state camminando. Gli indirizzi sono indicati da numeri che indicano le zona (da più grande a più piccola). Inoltre, le insegne dei vari locali (se ci sono) sono scritte in ideogrammi. Che ve lo dico a fare? È un’impresa al limite delle possibilità del viaggiatore medio. È a questo punto che entra in scena il terzo consiglio: entrate dove più vi ispira. Posso immaginare che sembri un suggerimento ovvio. Un po’ dappertutto, se non si hanno indicazioni sicure, si entra nel ristorante che più ci incuriosisce.
In Giappone, però, le tipologie di locale sono molto diverse e non sempre è chiaro se in un dato posto servano cibo o quale tipo di cibo vi verrà messo davanti. Spesso, poi, i vari locali si trovano stipati in un grattacielo, location che a noi può apparire non immediata. Dal momento che a Tokyo lo spazio è un vero problema, molte strutture, anche commerciali, si sono sviluppate in verticale: questo significa che all’interno dello stesso palazzo, su diversi piani, possono convivere un ristorante, un bar karaoke, una salone estetico e un ufficio. Per noi è difficile pensare di entrare in un palazzo e trovarci davanti un bel ristorante, ma vi assicuro che in quei palazzoni si nascondono spesso ottimi locali. Basta avere la voglia di provare a entrare e cercarli. Sia ben chiaro che i vari locali che vendono sushi, tempura e noodles in varie forme sono più che identificabili e in genere di buona qualità. Il consiglio in questo caso è di provare qualcosa di diverso da quello che già conosciamo.
Una valida soluzione per mangiare qualcosa di leggero, ma soprattutto per addentrarsi in un ottimo esempio di tradizione orientale mescolata con il moderno presente lo si può trovare nei depachika (luoghi dedicati al cibo) situati nei piani interrati dei grandi magazzini o dei palazzi traboccanti uffici. Il consiglio è di visitarne almeno uno (da Mitsukoshi a Ginza o da Isetan a Shibuya, per esempio) in un grande magazzino e uno in un palazzo (nel quartiere Marunouchi avrete una vasta scelta). All’ora di pranzo vedrete schiere di impiegati riversarsi in questi sotterranei del buon gusto a comprarsi un bento (scatole utilizzate per il take-away alla giapponese) stracolmo di ogni ben di dio. È come trovarsi in un mercato asiatico ma in un ambiente coperto e così pulito da lasciarvi di stucco.
Un mercato all’aperto da visitare assolutamente si trova a Yanaka, un quartiere quasi immune alla frenesia del resto della città. La zona è famosa per il suo cimitero dove riposano letterati, shogun e attori giapponesi. Passeggiate per le stradine e incontrerete il mercato. Più o meno a metà si trova un banchetto di prelibatezze che si sciolgono in bocca: assaggiate i ravioli ripieni e fatevi fare un mix di tutte quelle delizie fritte che vi si presenta davanti. L’unico modo per riconoscere questo posto è la coda ordinata che all’ora di pranzo si materializza davanti alla cassa.
Per chi invece è appassionato di dolci genere panna-cioccolato-zucchero il consiglio spassionato potrebbe essere quello di andare da un’altra parte. Se però oltre che appassionati siete curiosi, assaggiate quello che trovate nei negozietti di quartiere, spesso gestiti da signore anziane, che potete incontrare andandovene a zonzo per la città. Sono dolci poco zuccherati, realizzati con prodotti molto diversi da quelli che utilizziamo nella nostra cucina (dalla pasta di fagioli azuki al tè macha in polvere). Alla vista, sembrano piccole opere d’arte e in bocca vi daranno sensazioni che sicuramente non avete mai provato.
Un bel luogo in cui degustare i dolcetti di una volta accompagnati da un tè caldo servito da gentilissime cameriere in kimono lo trovate a Kagurazaka, l’antico quartiere delle geishe. Il locale si chiama Kinozen e si riconosce per la vetrina imbandita di dolci. Entrate, accomodatevi e sceglietene uno a caso: sarà comunque buonissimo.
E se proprio volete provare a tutti i costi un ristorante “da guida”, ricordate che il servizio del pranzo è sempre molto meno caro di quello serale.
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