Indirizzo: | c.so Umberto, 194 - 75012 Bernalda (MT) |
Telefono: | 0835 543241 |
Sito internet: | Pagina Facebook |
Giorno chiusura: | martedì (sempre aperto da luglio a settembre) |
Fascia di prezzo: | 25-45 euro |
Tipo di locale: | trattoria |
Carte di credito: | Visa, Mastercard, Diners, Bancomat |
Andateci per: | la cucina tipica lucana con accento gourmet, e le brasciole di cavallino |
C’è tutta la famiglia Russo-Gallotta dietro questa trattoria lungo il corso principale di Bernalda, paesino a metà strada tra la costa di Metaponto e la suggestiva città di Matera, che a qualcuno sarà nota per essere la città d’origine della famiglia Coppola – si, proprio quella del regista, che qui ha anche aperto un lussuoso albergo in un antico palazzo del centro. Ma torniamo alla Locandiera, che è molte cose che non ci si aspetterebbe e non ne è altre che si potrebbero immaginare.
Intanto, non è un indirizzo storico di quelli tramandati di generazione in generazione. Solo nel 2002 le sorelle Clara e Maria Gallotta – la prima bravissima ai fornelli, la seconda con una spiccata dote per l’accoglienza – hanno deciso di trasformare un locale di proprietà in pieno centro in una trattoria. Le hanno seguite e supportate i figli e nipoti Flavia, Mariangela e Francesco, che oggi si dividono i compiti tra cucina e sala.
E veniamo alle altre sorprese: entrando, le tovaglie a quadri rossi e l’ambiente intimo e familiare parlano subito di trattoria, ma l’occhio esperto riconosce che c’è qualcosa che non torna, a cominciare dalle bottiglie di pregio ormai vuote che occhieggiano da scaffali e scalini. Leggendo la carta dei vini – circa 700 etichette tra Lucania, Italia e resto del mondo – e ascoltando il giovane Francesco che con dovizia illustra bottiglie e portate del menu, viene il dubbio di essere entrati in una di quelle “finte trattorie” che giocano sul rustico chic per bastonare al momento del conto, ma le cifre riportate sul menu – ci sono anche tre proposte degustazione, da 25 a 45 euro – tranquillizzano subito, così come i piatti che parlano di tradizione e territorio verace: parmigiana di melanzane alla maniera locale (con mortadella e scamorza, che Carla sceglie affumicata per un risultato ancora più incisivo), maccheroncini freschi con crema di ceci, pomodorini secchi e mollica di pane soffritta, polpettine di pane con uovo e Canestrato di Moliterno, lattaruli (involtini di animelle di agnello lattante), guancia di maiale con i funghi e poi loro, le imperdibili brasciole di cavallino al ragù.
Sapori decisi e porzioni abbondanti non deludono le aspettative di chi cerca veracità, ma di nuovo siate pronti ad essere stupiti ché ogni piatto arriverà in tavola con una presentazione da ristorante stellato, senza nulla levare al gusto: dai tanti assaggi dell’antipasto della casa – tra cui non riusciamo a dimenticare i fagottini di crêpes salate con funghi, crema di caciocavallo, porri e guanciale, le polpette di ricotta, bietole e cozze e l’insalatina di acqua di vegetazione di pomodori, crema di peperoni, crudo di caroselli (i grassi cetrioli locali) cipolle rosse e ricotta di bufala, servita nel bicchierino a mo’ di gazpacho – al semifreddo al torroncino con crema e vin cotto, seguito e preceduto da altre chicche come i fichi secchi farciti di mandorle che lasciano un ricordo dolce quanto il conto, almeno per il portafoglio cittadino.
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