
Indirizzo: | Via Vigevano, 20 - 20144 Milano |
Telefono: | 02 80889147 |
Sito internet: | www.tenoha.it |
Giorno chiusura: | nessuno, aperto a pranzo e cena |
Fascia di prezzo: | 20-30 euro |
Tipo di locale: | ramen bar |
Carte di credito: | Visa, American Express, MasterCard, pos |
Andateci per: | lo shoyu ramen, ricco e saporito |
Aperto nell’aprile 2018 in un ex edificio industriale degli anni Trenta nella via di gran passaggio ai Navigli, Tenoha è uno spazio polifunzionale che unisce un bellissimo negozio di oggetti di design e abbigliamento, uffici di co-working, un ampio spazio eventi e un bel ristorante e cocktail bar dove assaggiare diverse proposte di cucina giapponese che prendono ispirazione dalla tradizione “di casa” e dal più iconico street food nipponico. Qui tutto, infatti, ha una chiara impronta giapponese – il Tenoha originale è un locale di Shibuya, animato quartiere di Tokyo – anche se il design del posto, affidato a uno studio milanese, ne mescola i tratti con elementi industriali che richiamano l’origine del luogo e uno stile vicino a quello milanese. L’obiettivo infatti non è quello di riproporre il modello di base tal quale ma di farlo dialogare con i luoghi che lo ospitano.

Tenoha & Ramen Milano
Da fine novembre 2018, poi, alle diverse anime di Tenoha si è aggiunto anche Tenoha & Ramen, proprio al civico accanto che già ospitava un ramen bar. Rilevato dalla proprietà, continua a offrire i sostanziosi “spaghetti” in zuppa secondo la tradizione giapponese: ambiente semplice ma accogliente, con alcuni tavoli comuni al piano terra e qualche tavolino più appartato sul soppalco, un menu ristretto ma interessante (e leggermente più ampio dello standard nipponico per questo genere di locali) e un servizio veloce e garbatamente efficiente che rende il locale ideale tanto per una pausa pranzo rapida quanto per una sosta più rilassata.

Shoyu ramen | Tenoha & Ramen Milano
Protagonisti del menu sono naturalmente i diversi tipi di ramen che – ad eccezione del vegan ramen, con brodo vegetale – hanno come comune denominatore un brodo di pollo gustoso quanto basta senza essere troppo pesante; a noi è piaciuto soprattutto lo shoyu (con fetta di maiale, spinaci, uovo marinato, bamboo marinato, cipollotti, alga nori e germogli di soia), ma per chi ha molto appetito il chashu offre una ben più generosa dose di maiale. Tra i piatti di accompagnamento ci sono gli immancabili edamame (fagioli di soia bolliti), il ni tamago (uovo marinato, se non vi basta quello nel ramen), il karaage (pollo fritto), l’insalata di tofu e due tipi di gyoza (i ravioli ripieni di maiale e verdure, fritti o alla piastra), discreti. Per chi non vuole rinunciare a chiudere il pasto con un dolce, ci sono le versioni “contaminate” di panna cotta e tiramisu, rispettivamente con tè hojicha e matcha.
Da bere, una manciata di birre giapponesi (anche artigianali), una piccola scelta di etichette di vino italiano o il tè, oltre a sake e liquori giapponesi.
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