
Indirizzo: | via dei Serpenti, 16 - 00184 Roma |
Telefono: | 06 42016656 |
Sito internet: | www.temakinho.com |
Giorno chiusura: | nessuno |
Fascia di prezzo: | 35-50 euro |
Tipo di locale: | ristorante giappo-brasiliano |
Carte di credito: | le principali |
C’era bisogno di un po’ di Milano a Roma? Tutto considerato sì, a giudicare dal successo di questo piccolo locale che sotto la Madonnina era già di culto e che qui, lungo la street capitolina degli etnici, è diventato una vera attrazione.
Perché Roma è stanca della sua stessa stanchezza, dei servizi approssimativi, dell’igiene dubbia, e Temakinho, per sua fortuna, offre qualcosa di diverso. Di più formale, se vogliamo. Formale nel look e persino nei gusti.
A ben guardare, tutto è fin troppo ben studiato perché un occhio poco attento possa resistere al fascino di questa cucina giappobrasiliana, avvolta da un alone di piccolo mistero e divenuta mito nel giro di pochi anni. D’altra parte mito, ce lo dicono da piccoli, vuol dire racconto.
E come lo si crea questo racconto in tempi moderni? Basta rispettare poche regole. Una di queste è porre l’origine dell’oggetto da mitizzare lontano nel tempo e nei luoghi. Deve essere qualcosa di già esistente, di già apprezzato altrove, a cui aggiungere un po’ di colore.
Naturalmente non è necessario sentirsi un po’ ingenui per il fatto di non conoscere le tradizioni culinarie dell’enclave giapponese di San Paolo. Però aiuta, fa parte del gioco. Finisce che dobbiamo assaggiare, metterci al passo.
Scattato il meccanismo, tutto va in discesa, dal momento in cui vi suggeriscono un cocktail per accompagnare rolls e temaki. Un ceviche, perché no, spezzerà la monotonia risocentrica. Pazienza se non è molto ortodosso nel taglio, se il lime si avverte poco o nulla, se sulla materia prima si va bene ma non benissimo. Segue all’incirca il menu di un giapponese cittadino qualunque, aggiungendo un po’ di mango qua, un po’ di maracuja più in là, e poco altro.
Sui 45 euro, con buone possibilità di fare bella figura, consigliandolo a qualcuno, purché non sia tra i nostri lettori.
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