
Indirizzo: | via Enea, 56/A - 00181 Roma |
Telefono: | 06 7825247 |
Sito internet: | sites.google.com/site/ristorantemekong |
Giorno chiusura: | martedì a pranzo |
Fascia di prezzo: | 30-40 euro (a pranzo menu fisso 10 euro) |
Tipo di locale: | ristorante vietnamita |
Carte di credito: | le principali |
Andateci per: | le zuppe e i Nem Sai Gon |
Forse la soddisfazione più grande nell’accomodarsi alla tavola di un ristorante etnico è quella di riuscire a viaggiare con il gusto (e il tatto e l’olfatto, altrettanto importanti), scoprendo profumi nuovi, sforzandosi quasi di concepire accostamenti mai provati prima e sapori inconsueti.
Perché se è vero che un piatto deve essere prima di tutto buono, quanto è piacevole entrare in contatto con una nuova cultura gastronomica guidati da qualcuno che ci conduce per mano?
Ecco perché l’esperienza di Mekong è assolutamente da consigliare a chiunque voglia avvicinarsi alle tradizioni culinarie del Vietnam. Il valore aggiunto è la presenza in sala del titolare-romano doc che dirige il servizio in modo impeccabile e trasmette ai commensali la scintilla scoccata in Vietnam, che ha voluto riportare con sé a Roma, insieme a sua moglie, una composta e sorridente signora asiatica.
E poi, conviene sottolinearlo, in questo locale dall’atmosfera sobria (che forse non ci si aspetterebbe) del quartiere Appio si mangia bene. Davvero. I sapori sono puliti e decisi e si alternano durante il pasto senza mai dare l’idea di un guazzabuglio di note, ma anzi disegnando un quadro colorato, stuzzicante e divertente.
La carta è pressoché sconfinata e a meno che non siate cultori del genere converrà farsi consigliare dall’oste, che certo non si farà pregare per dispensare suggerimenti, rituali tipici compresi. Come la curiosa preparazione degli involtini Nem Sai Gon: in tavola arrivano dei rotolini di sfoglia di riso ben fritti ripieni di maiale speziato e un interlocutorio cestino con foglie di lattuga e rametti di menta. A voi il compito di avvolgere nell’insalata l’involtino insieme al ramo di menta e poi intingerlo nella tradizionale salsa (calda) agropiccante – detta nuoc cham – che accompagna ogni antipasto vietnamita. Uno degli assaggi più convincenti della cena.
Buoni anche i cannelloni di sfoglie di riso al vapore ripieni di verdure saltate con zenzero, ma la sorpresa arriva con la zuppa (Bun Thang), una ciotola di brodo al tamarindo con polpettine di maiale, frittata, ananas e tagliatelle di riso. L’insieme è convincente, fresco e corroborante al tempo stesso, la nota agrodolce per nulla invadente.
Tra i piatti principali, suddivisi per tipologia di carne o pesce, proviamo un manzo piccante con lemongrass, crema di arachidi e arancia, di nuovo un buon piatto, in equilibrio tra la sontuosità delle arachidi e la pulizia dell’arancia che insieme esaltano una carne particolarmente tenera.
I dolci sembrano non essere il piatto forte della casa, probabilmente troppo distanti nel gusto dalla concezione occidentale: i nostri involtini di pastella con crema di riso, mango e lime sono molto più simili a un appetizer d’apertura che a un dessert.
Carta dei vini ristretta ma valida, che risente dell’influenza del padrone di casa: si beve italiano, da Nord a Sud della Penisola.
A pranzo menu fisso (carne, pesce o vegetariano) a 10 euro, curato, abbondante e piacevole. Ma è la sera che si resta affascinati dal Vietnam.
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