
Indirizzo: | s.s. Telesina, 372 - 82037 Telese Terme (BN) |
Telefono: | 0824 941878 |
Sito internet: | www.aquapetra.com |
Giorno chiusura: | lunedì e martedì |
Fascia di prezzo: | 45 – 60 euro |
Tipo di locale: | ristorante |
Carte di credito: | tutte |
Andateci per: | un’incantevole esperienza tout court dove non vi aspettereste di farla |
Utili e doverose premesse. Primo: lasciate serenamente a casa il navigatore e scegliete l’accompagnatore/rice anche in base al suo senso dell’orientamento e alla sua spiccata inclinazione per le avventure gastronomiche. Secondo: tenete gli occhi ben aperti sugli svincoli, la Telesina non è prodiga di indicazioni. Terzo: il vostro traguardo non è un’insegna come tutte le altre, ma una pietra. Un’imponente, candida e luminosa pietra che segna l’ingresso dell’Aquapetra Resort. Col buio il viale illuminato da deboli punti luce laterali vi sembrerà la strada di accesso a un altro mondo, che qualche metro più in là assumerà le sembianze di un borgo fiabesco fatto di piccole costruzioni in pietra.
In realtà questa struttura esiste da meno di dieci anni. Figlia della creatività di un architetto napoletano, che da una vecchia cava ha generato un suggestivo resort immerso nel bosco costruito quasi interamente con materiali di recupero, è un rifugio nascosto nel cuore del Sannio che dà asilo a chi vuole regalarsi un breve soggiorno isolato all’insegna del benessere (bella la Spa panoramica in via di ampliamento), ma pure a palati raffinati. Già, perché la Locanda del Borgo, il ristorante del complesso, è una meta intrigante per il fascinoso ambiente, per la cantina amorevolmente custodita dall’appassionato Ciro Sannino, e soprattutto per una proposta che sa ben valorizzare il ricco paniere e le tradizioni del luogo. Luciano Villani, tecnica di scuola francese, è il giovane conduttore della cucina. Attento conoscitore e ricercatore dei produttori del circondario, sa interpretare con stile personale le eccellenti risorse del Beneventano.
Ecco i nostri graditi assaggi: battuto di Marchigiana Sannita su schiacciatina di patate e tuorlo croccante, zuppa di scarola con salsiccia pezzente di Nero Casertano e croccanti al timo (delicata ma intensa, anche nelle consistenze), maialino da latte con crocché su ristretto di papacelle (succulento nella cottura della carne ma meno convincente nel sapore complessivo), pezzogna imbottita con pane raffermo e crema di finocchio e finocchietto (c’è anche un adeguato versante marinaro, per chi vuole provare altro). Il tutto contornato da un appetitoso cestino di pani maison e da pericolosissimi taralli di un laboratorio artigianale a cinque minuti da qui.
Se potete fermatevi per la notte, e il giorno dopo dedicatevi a qualche buon acquisto nei dintorni – i suddetti taralli li trovate a Cerreto Sannita – e a una piccola escursione: scoprirete borghi e paesaggi straordinari, ancora incontaminati perché fuori dalle rotte più battute. E ringrazierete stavolta le impervie strade che li mantengono integri e al riparo dalle snaturanti calche turistiche.
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