Indirizzo: | Via Nino Bixio, 29 - 20129 Milano |
Telefono: | 02 29522821 |
Sito internet: | www.dim-sum.it |
Giorno chiusura: | lunedì |
Fascia di prezzo: | 40-50 euro |
Tipo di locale: | ristorante |
Carte di credito: | Visa, Mastercard, American Express e Bancomat |
Andateci per: | per gustare cucina cinese di gran qualità in un ambiente raffinato |
Dim Sum è un ristorante in zona Porta Venezia tutto dedicato ai bocconcini che “scaldano il cuore”.
Dim Sum Milano – Le Recensioni di Via dei Gourmet:
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Avete presente gli stereotipi sulla cucina cinese in Italia? Piatti economici e abbondanti in locali dalle decorazioni kitsch dove aleggia odore di fritto e un menu con un mix di proposte tra la cucina italiana e quella cinese per aggradare tutti i palati? Ecco, dimenticatevi tutto questo prima di entrare da Dim Sum.
Il nome del locale viene dalla cucina della Cina meridionale, dove assieme al tè vengono servite, su piattini o in cestini di bambù, pietanze in piccole porzioni che si chiamano appunto dim sum e che oggi vengono consumati non solo come spuntino, ma anche come pranzo.
Che il livello del pasto sarà alto e che il conto sarà probabilmente in linea con esso lo si intuisce subito all’ingresso, dove possiamo cogliere il tocco dell’architetto e designer Carlo Samarati, che ha scelto linee eleganti nei toni dell’argento e del blu per questo locale; la cucina, sopraelevata rispetto alla prima parte del locale, è completamente a vista, e attira i nostri sguardi curiosi sulla manualità dello chef Wu Jing e della sua brigata.
In menu – in cinese, italiano e inglese – la scelta è infinita, tra shao mai (ravioli aperti, modellati come fiori), shao long bau (ravioli tondi chiusi a saccottino), jiaozi (ravioli chiusi, più spesso a forma di mezzaluna), changfen (involtini morbidi di pasta di riso), involtini fritti, polpette, zuppe e i famosi baozi, soffici sacchetti di pasta di pane cotti al vapore e ripieni di carne.
Tutti ci fanno venire l’acquolina in bocca e le piccole dimensioni ci permettono di assaggiare quanto più riesce a entrare nello stomaco. Nella top 3 degli assaggi entrano il riso avvolto nella foglia di banano, dal sapore decisamente insolito, gli involtini con gamberi e banana, che si sposano alla perfezione con la salsa agrodolce in abbinamento, e la carne mielata. Impossibile non assaggiare anche l’anatra: ben cotta e succosa all’interno e piacevolmente croccante all’esterno.
Il servizio, con personale interamente cinese, è attento e gentile. Ho apprezzato altre due cose del locale: la scelta della musica cinese in sottofondo, al giusto volume e il bagno, elegantissimo e curato in ogni minimo dettaglio, che rispecchia l’alto livello del locale, ma anche la sua semplicità.
Yike Weng e Chiara Wang Pei, già proprietari del Bon Wei, sono certamente riusciti nel loro intento, come scrivono sul sito del locale “il rito della nuova Cina, elegante, lussuosa e contemporanea, spogliata di obsoleti luoghi comuni”.
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Dim Sum è un locale che attira l’attenzione fin dalla strada. La luce è soffusa ma bluastra, con punte di blu elettrico, e all’interno si intravedono le poltroncine di pelle e le pareti a specchio. Un locale ricercato insomma, sia nell’arredamento che nella cucina che propone.
L’obiettivo è di creare un angolo di Cina chic a Milano, per attirare una clientela selezionata e affezionata, decisamente fuori dall’ottica “low cost” di chi normalmente frequenta i ristoranti cinesi nella metropoli meneghina.
In mezzo al locale trionfa l’isola con i cuochi, intenti a preparare il piatto forte del ristorante: ravioli o involtini al vapore, in una varietà di gusti sorprendente. Altissima la qualità del pesce e delle materie prime. Abbiamo provato quelli di cernia e zenzero, i tradizionali di gamberi e il delizioso cristallo di gamberi.
Ottimi anche i primi, dagli spaghetti di soia più tradizionali a qualche piatto più ricercato, come gli spaghetti di riso alla Singapore, al pollo e curry.
I secondi restano all’altezza, proponendo piatti tradizionali, come l’anatra alla pechinese, con un restyling personale. Spesso sono accompagnati da salse dello chef o, come nel caso dell’anatra croccante, da una salsa delicata e sfoglie di pasta di riso al vapore in cui avvolgere l’anatra con cetriolo e cipollotto per gustarla con le mani, come in un rustico involtino.
La carta dei vini è ricca di etichette di pregio, italiane e francesi, ed è dichiarato il sodalizio con la maison Perrier-Jouët, con il suo Champagne servito al calice per aperitivo o durante la cena.
È possibile anche richiedere qualche cocktail prima o durante il pasto, preparato al bancone all’ingresso, per accentuare il tocco occidentale nel contesto orientale.
Insomma, un bel posto per godere di una cucina cinese di grande raffinatezza senza badare troppo alle spese, in un ambiente chic e accogliente.
di Cecilia Minardi
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