
Fabio Rizzari, giornalista esperto di vino, autore di Vini da Scoprire, ci accompagna su Giunti Piattoforte alla scoperta delle anteprime dei vini di Bordeaux annata 2017. Un lungo resoconto di viaggio e di assaggio, suddiviso in due puntate.
Degustazioni ai Primeurs di Bordeaux 2017
Gli assaggi e i sopralluoghi nel bordolese per farsi un’idea della vendemmia 2017, organizzati dall’Union des Grands Crus, sono terminati. Nessuna esplorazione sistematica, nessuna copertura a tappeto della galassia di piccoli e grandi Château. Soltanto alcune centinaia di degustazioni e una prima sgrossatura, suddivisa in alcuni capitoletti tematici.
Si tratta in sostanza di un’annata di media qualità. Cioè proprio di quelle che il conoscitore dovrebbe cercare, dacché gli strombazzati “grandi millesimi” sono nei fatti: a) da subito inavvicinabili per il prezzo; b) spesso molto e/o troppo densi e concentrati; c) da attendere, qui, circa un trentennio.
Meglio dunque un petit Bordeaux, a patto che non sia troppo crudo o troppo fitto e duro nei tannini. E la 2017 richiede un discreto slalom, perché a quanto sembra la situazione è polarizzata: o bene bene, o male male. Poco o nulla in mezzo.
Nota bene: la particolarità dei rossi bordolesi sta nel fatto di essere estremamente stereotipati: poche variazioni nell’assetto gustativo, pochissime in quello aromatico. Di qui la ricorrenza ossessiva di alcuni descrittori, tra i quali spiccano “fresco”, “freschezza”, “vegetale” e i parenti stretti “verde” ed “erbaceo”. Tocca avere pazienza. Anche perché svolazzi quali “sfumature di fava tonka” o “note di mormora appena pescata” sarebbero solo una variazione sul nulla.
Leggi la prima parte di degustazioni su Piattoforte
Leggi la seconda parte di degustazioni su Piattoforte
Scopri gli altri contenuti di Piattoforte Leggi le degustazioni di Via dei Gourmet |
Lascia un commento