Dopo la prima edizione partita nel settembre scorso, è in arrivo il secondo corso di mixology dell’Accademia Chorus, la proposta formativa di Massimo D’Addezio – ben noto bartender capitolino, per anni responsabile del banco dell’Hotel De Russie e oggi alla guida del Chorus Café, oltre che volto del canale tv del Gambero Rosso per il bere miscelato – per gli aspiranti barman 3.0.
Nato anche dalla richiesta esplicita – oltre che dalla partnership, che si affianca alla sponsorizzazione del Gruppo Lunelli e al patrocinio di Federalberghi e Fipe – da parte di Forma Camera-Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma per la formazione imprenditoriale e della società Openjobmetis, dunque da una richiesta di professionalità e competenze specifiche da parte del mondo del lavoro, il corso infatti non mira solo a trasferire ai partecipanti le tecniche di base della miscelazione e una conoscenza merceologica approfondita su spiriti e distillati (che pure costituiranno una parte importante delle lezioni, insieme al vino, agli ingredienti per i cocktail analcolici e alla gastronomia da bar) ma soprattutto vuole insegnare loro “come si sta al banco di un bar, da entrambi i lati”.
D’Addezio, infatti, ci tiene a specificare che quella di via della Conciliazione – sede del locale e dei corsi, all’interno dell’Auditorium Conciliazione – “non è una scuola di cocktail, ma di bar”.
“Per far funzionare un bar – ha spiegato dietro al bancone del Chorus, davanti alla stampa intenta ad assaggiare gli ottimi cocktail proposti in abbinamento agli assaggi della cucina, che sarà parte integrante del corso insieme al servizio di sala – non basta saper fare un cocktail, né tanto meno conoscere a memoria cento ricette. Quello che conta di più è il saper stare con le persone. Il barman è un po’ come un concierge, deve ascoltare, consigliare, far star bene le persone. Meglio saper fare un cocktail con il sorriso che farne 100 ma non saperlo vendere”, sottolinea con spirito pragmatico ma non senza un pizzico di poesia. “Questo è un mestiere che s’impara lentamente, come ho fatto io. Per me le bottiglie sono cultura, un alimento per la mente. Mi piace vivere il bar anche dall’altro lato del bancone e quando non lavoro vado nei locali per provare un’emozione”.
Insomma, se è vero che la mixology sta vivendo un momento particolarmente felice a Roma, tra insegne ormai affermate, nuove aperture e tanta richiesta di professionisti – e nel settembre 2019 la Capitale ospiterà la prima edizione del Roma Bar Show, il primo evento italiano di stampo internazionale dedicato interamente al mondo del bar, del beverage e dell’accoglienza – bisogna anche sapere che non è un mestiere facile, non ci si diventa ricchi almeno agli inizi (lo stipendio medio va dai 1000 ai 1500 euro) e soprattutto non ammette improvvisazione.
Ecco perché nasce, dunque, l’idea dell’Accademia: un corso professionalizzante con un approccio “clientecentrico”, ospitato all’interno di un locale per vivere la formazione a 360° e osservare sul campo come funziona il lavoro e imparare a conoscere le dinamiche tra sala e cucina, oltre che quelle del bancone. L’obiettivo è formare professionisti a tutto tondo in grado di organizzare, gestire e far prosperare un cocktail bar.
La seconda edizione, 48 ore di formazione divise in 12 incontri da 4 ore, partirà il 25 febbraio 2019.
Ma è già in cantiere una prossima edizione del corso anche a Milano, per portare la “scuola di bar” anche oltre Roma.
ACCADEMIA CHORUS
Via della Conciliazione 4, Roma
Tel 0668892774
info@accademiachorus.it
www.accademiachorus.it
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