
Continuano le polemiche intorno al caso Xylella che ha funestato l’ultima campagna olearia del Salento e non sembra voler abbandonare gli ulivi pugliesi, imperversando con una virulenza che ha reso necessaria la concertazione di un piano d’emergenza. Nei mesi scorsi era stato nominato un commissario straordinario, Giuseppe Siletti, pronto ad arginare la diffusione del virus con il contributo del Corpo Forestale di Stato e della Protezione Civile.
E si conferma nelle ultime ore la decisione di procedere con le operazioni di sradicamento degli alberi infetti del focolaio di Oria e di tutti quelli dislocati nella fascia di eradicazione che si estende per quindici chilometri dall’Adriatico allo Ionio. Compresi nel provvedimento i terreni appartenenti ai comuni di Arnesano, Campi salentina, Carmiano, Copertino, Guagnano, Lecce, Leverano, Monteroni di lecce, Nardo’, Novoli, Porto cesareo, Salice salentino, Squinzano, Surbo, Trepuzzi e Veglie, dove gli ulivi continuano ad essere decimati dal batterio.
Ma per calmare le acque Siletti ribadisce l’intenzione di estirpare esclusivamente le piante malate, supportati dai risultati delle analisi scientifiche. Al contempo si prevedono altre quattro tipologie d’intervento – sancite dal cronoprogramma messo a punto nelle scorse settimane – individuate sulla base di una suddivisione del territorio in fascia di profilassi, zona cuscinetto e focolai puntiformi. Mentre si procederà alla distruzione delle 300mila piantine di ulivo ospiti all’interno dei vivai della provincia di Lecce.
D’altronde anche l’Unione Europea si è pronunciata con decisione sulla necessità di arginare l’epidemia prima che la sua diffusione possa aggravarsi ulteriormente, e i proprietari dei fondi interessati dovranno impegnarsi a curare la pulizia dei terreni e l’aratura per bloccare le larve che sono principale vettore del virus prima che torni il caldo a favorire il contagio.
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