
Vulcania diventa Volcanic Wines: la registrazione del marchio collettivo è stata celebrata con una 3 giorni nel territorio del grande complesso vulcanico dei vulsini. Montefiascone, Pitigliano e Orvieto hanno collaborato in perfetta sinergia per un evento che ha coinvolto 100 aziende italiane accomunate dall’insistenza su territori vulcanici.
“La naturale evoluzione di Vulcania ci ha portato a Volcanic Wines, il nuovo marchio collettivo registrato e messo a disposizione delle aziende e dei consorzi che ne fanno richiesta avendone i requisiti”, ha dichiarato Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di tutela vini del Soave “Il format Vulcania è stato ideato dal Consorzio del Soave 5 anni fa, ma ha continuato a crescere e svilupparsi fino ad assumere questa nuova veste e un nuovo nome più comunicativo anche a livello internazionale che potesse veicolare i valori di questi vini”.
Edoardo Ventimiglia, presidente del Consorzio Bianco di Pitigliano e Sovana, che lo scorso anno ha organizzato la fortunata edizione di Vulcania a Pitigliano, ha aggiunto: “Il Consorzio di Tutela Vini di Orvieto e l’Enoteca Provinciale Tuscia si sono uniti a noi di recente e hanno dato nuova linfa al progetto che ci auguriamo possa continuare a crescere e a fornire l’occasione di collaborazioni efficaci come quella che ha portato quest’anno alla realizzazione di Volcanic Wines Montefiascone, Pitigliano, Orvieto”.
L’evento ha mantenuto i suoi principali obiettivi: rafforzare il legame tra vino e territorio, indagando su una comune e distintiva linea “magmatica” presente nei diversi calici, così come è avvenuto a Montefiascone nella degustazione tecnica riservata a giornalisti e operatori del settore, guidata da Alessandro Scorsone, giornalista enogastronomo di Vini Buoni d’Italia, Touring club, e da Giovanni Ponchia, enologo del Consorzio Tutela vini del Soave e Recioto di Soave.
La continua ricerca scientifica è stata illustrata negli interessanti risultati presentati al Convegno tenutosi a Pitigliano. Particolarmente importante lo studio del prof. Sandro Conticelli dell’Università di Firenze: “Stiamo provando a individuare l’impronta digitale del terreno nel vino. L’identificazione di una certa provenienza è necessaria per tutelare il valore del territorio. Gli studi presentati, frutto di un lavoro sperimentale condotto su particolari territori italiani, hanno evidenziato un legame tra il prodotto finale e i territori di allevamento dell’uva attraverso l’analisi isotopica degli elementi pesanti”.
Altro momento fondamentale la presentazione al pubblico e la capacità di radunare vini dei territori vulcanici d’Italia da nord a sud nel grande Banco d’Assaggio che si è svolto nella suggestiva cornice del Palazzo del Popolo ad Orvieto. L’evento ha registrato la presenza di 100 cantine, ospiti di una città dove tutto parla di vino e di questo legame secolare.
Soddisfatti gli organizzatori: “Per noi è stato molto importante entrare a far parte di questo network che ci permette di confrontarci con altri produttori e di dare sempre maggiore visibilità al nostro territorio. Un percorso di crescita e di comunicazione che è alla base di una nuova politica di rilancio dell’Enoteca Provinciale Tuscia” ha dichiarato Leonardo Belcapo, presidente dell’Enoteca Provinciale Tuscia.
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