
La tavola dell’alleanza è una performance ideata dall’artista palermitana Daniela Papadia, tra arte, scienza, multiculturalità e spiritualità. Al centro della scena, una tavola coperta da un arazzo, dove vi è ricamata tutta la mappatura del genoma umano, e che ospita 36 personalità del mondo scientifico e culturale internazionale, impegnate a dialogare intorno a un banchetto. L’arazzo è stato ricamato da sei donne di diversa nazionalità, detenute nel carcere di Rebibbia (Roma), a testimonianza di una partecipazione a lavori dal valore fortemente simbolico e solidale.
Il ricamo è l’immagine della vita stessa e del destino al quale siamo tutti invisibilmente legati. Altro protagonista fondamentale della performance è il banchetto, che nelle intenzioni dell’artista Daniela Papadia, diventa la celebrazione della vita, del dialogo e della pace, con gli ospiti che avranno libertà di azione e di espressione e ai quali verrà chiesto di identificare una parola per loro rappresentativa e irrinunciabile. Il risultato di questa riflessione verrà successivamente ricamato sull’arazzo.
La performance, curata da Sveva Manfredi Zavaglia con il sostegno della Galleria Anna Marra Contemporanea, prevede varie tappe in luoghi simbolici, ancora in via di definizione, là dove il dialogo tra gli uomini si è per qualche motivo interrotto, diventando così un viaggio che attraversa paesi e fa incontrare persone, che si alleano per tessere nuove trame e visioni. La prima tappa della rappresentazione sarà il 12 giugno a Roma, dalle 19.30 alle 21.30, all’interno della Casa circondariale di Rebibbia con il coinvolgimento, tra gli altri, delle detenute che hanno contribuito alla realizzazione dell’arazzo.
Impegnata ai fornelli ci sarà la chef Cristina Bowerman di Glass Hostaria (Roma), stella Michelin, che con il suo talento coordinerà un gruppo di detenuti nella realizzazione dei piatti.
In questo viaggio al centro dell’uomo, l’artista Daniela Papadia si avvale dell’aiuto e del contributo scientifico del Dott. Gianni Soldati, responsabile della ricerca presso la Fondazione Cellule Staminali Svizzera, e fondatore del Laboratorio di Diagnostica Molecolare di Lugano, Svizzera. La performance sarà oggetto di riprese video, finalizzate alla creazione di un documentario a cura del regista Francesco Miccichè, e del reportage fotografico realizzato da Carlo Bevilacqua.
bellissima iniziativa. Come si può contribuire?
PS: nel testo c’è un piccolo refuso: Sveva Manfredi si chiama Zavaglia e non Zabaglia. 😉
Ciao Daniela, grazie per la segnalazione del refuso, è stato corretto.
Ti invio tramite messaggio privato alcuni contatti che possono darti maggiori informazioni.