
di Giuseppina Torregrossa – ed. Mondadori – Libellule
Siamo a Palermo, in estate. Tre poliziotti, amici da sempre, hanno problemi diversi da risolvere: Sasà è alla ricerca di un boss fantasma, Lobianco ha gravi problemi di salute e l’affascinante Marò deve riuscire a risolvere un caso di omicidio per dare una svolta alla sua carriera.
Le scene descritte straripano di profumi, dai fiori della Sicilia agli ingredienti delle ricette che Marò prepara per l’amico Sasà. Sette ricette siciliane così tipiche che di più non si può rendono più gustoso il racconto.
A voler essere pignoli, ci sono un po’ troppi cliché: dalla bellona sicula passionale e intelligente che deve lottare per trovare posto in un mondo di maschilisti alla giustizia che in questa regione non trionfa.
Insomma, non sarà un romanzo da ricordare per l’originalità ma è comunque simpatico e scorrevole. Divertenti i dialoghi infarciti di termini siciliani (c’è un glossario alla fine del libro). A questo proposito: il titolo si riferisce ad un modo di dire in risposta ad un invito a cena (“Che devo portare? – Nulla, solo panza e prisenza.“).
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