
di Aimee Bender (trad. Damiano Abeni, Moira Egan) – ed. Minimum Fax
Una storia familiare in cui la tristezza si trova non solo nel titolo, ma anche in ogni pagina del racconto: niente di tragico, solo una malinconia costante accompagna la vita della protagonista e della sua famiglia.
Rose Edelstein fin da bambina scopre di avere un dono difficile da gestire: quando mangia, riesce a percepire gli umori e i sentimenti (nonché la provenienza) di ciò che sta gustando. La mamma ostenta serenità, il papà è in apparenza un uomo razionale preso solo dal suo lavoro e il fratello un genio dall’animo complicato. Alla fine, quando Rose imparerà a convivere con il suo dono, capirà che l’unica sua salvezza è ciò che prima considerava quasi un nemico, ossia il cibo.
Un libro scritto in modo eccellente, in cui l’Autrice riesce a utilizzare un tono quasi da fiaba in modo più che mai reale: non c’è disincanto in questa storia, solo le difficoltà di una famiglia borghese, apparentemente perfetta.
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