
A differenza di altre eccellenze enogastronomiche nostrane, la birra artigianale italiana, viste le materie prime di base, può non presentare legami diretti col territorio di produzione. Tuttavia molti birrai tendono a inserire nelle loro ricette ingredienti tipici della propria zona.
Il primo esempio sono state senza dubbio le birre alle castagne, unico caso di stile brassicolo made in Italy. Più recente è l’esperienza de “La Zia Ale” che vede impegnati i microbirrifici del Lazio nella produzione di otto differenti versioni di una birra “regionale”.
Il birrificio Geco di Cornaredo (MI) dista pochi chilometri da Bareggio, il paese delle ciliegie, inevitabile dunque la realizzazione di una birra con questo splendido frutto, ingrediente tutt’altro che insolito, basti pensare alle Kriek belghe. Scarfiun è il nome della varietà a pasta chiara utilizzata, unitamente ad altri tre tipi di ciliegie rosse.
Dopo averla concepita, quelli di Geco hanno atteso nove mesi, periodo in cui il frutto del loro amore è stato custodito nel grembo di robuste botti di legno. Ne è nata una birra che si presenta color rosso scarico, con un velo di schiuma fine leggermente rosata.
Al naso esprime ovvi sentori di ciliegie e acetici, cui si aggiunge una persistente nota che ricorda le mandorle amare. In bocca presenta una discreta carbonatazione, l’ingresso fruttato e dolce svanisce subito lasciando spazio all’astringenza, dovuta alla fermentazione in legno. In chiusura l’amaro è sorprendente. Il grado alcolico elevato (7,5%) è celato dalla complessità dei sapori, ma si rivela con un vago sentore liquoroso e con una sensazione di calore importante.
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