
Indirizzo: | via Torino, 149 - 00184 Roma |
Telefono: | 06 4815702 |
Giorno chiusura: | domenica |
Fascia di prezzo: | 60 - 85 euro |
Tipo di locale: | ristorante |
Carte di credito: | tutte |
Andateci per: | la carbonara e la piacevolissima esperienza nel suo complesso |
Da Febbraio 2017 il ristorante Pipero non si trova più all’interno dell’Hotel Rex, ma in corso Vittorio Emanuele II. Leggi la recensione di Pipero Roma.
Le Recensioni di Via dei Gourmet:
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Quella proposta da Alessandro Pipero è una rivoluzione semplice e antica: misurare il valore di un ristorante osservando il grado di piacere complessivo che il cliente riceve dalla serata.
Nella bianchissima sala del Rex ogni senso è coinvolto, ogni disagio bandito anche per chi i ristoranti di lusso non ama o non può frequentarli. In qualunque gioco, per fare la differenza ad alti livelli, ci vogliono sia i fuoriclasse, sia lo spirito di squadra.
Di fuoriclasse qui ce ne sono almeno tre: Alessandro stesso, mente e maestro di cerimonie, ha una faccia così grande e così simpatica che anche se non volesse mettercela, finirebbe lo stesso dappertutto, quindi si è rassegnato ad essere sempre in prima linea da parecchi anni, dentro e fuori il ristorante, compresa una prolificità sui social ai confini del paranormale. Uno che sta sempre avanti, uno che con qualche lustro di onorato servizio alle spalle – sempre nell’eccellenza – puoi sorprendere ad avere l’umiltà di chiedere a un tavolo di turisti una recensione clemente su trip advisor (è il 2015, bellezza, e non puoi farci niente).
Achille Sardiello è invece un maître di quelli di cui si è perso lo stampo, killer silenzioso del malumore, elegante sempre, pressante mai, qualcuno bravo direbbe che è il vero segreto del successo; in effetti non lo dice mai nessuno, ma il livello della critica in Italia è quel che è.
Poi c’è Luciano Monosilio, chef benedetto dal dio del gusto, seguito a ruota dalla sua allegra brigata.
Alessandro, Achille e Luciano: poco più di cent’anni in tre, all’anagrafe, spaventamila anni d’esperienza se si confronta la sapienza che ciascuno di loro ha acquisito con quella di tanti coetanei, persino più acclamati. E lo spirito, si diceva: servono più di due mani per sommare le stelle dei ristoranti che hanno solcato, se così si può dire. Ma varrebbe niente, se non lavorassero all’unisono, meticolosi, di quella meticolosità che solo chi sa essere scanzonato, un passo più in là, può trasformare in benessere.
Vi interessa ancora sapere dei piatti? Tanto, esclusa la maestosa carbonara, cambiano un po’ tutti. A metà maggio, crudo di manzo ripieno di bollito e servito con i condimenti tradizionali di quest’ultimo sferificati, giochino di consistenze anche tra seppie e piselli cotti con il wasabi (che tramezzino che ci verrebbe, la butta lì Pipero, che dei golosi è il re), un memorabile gambero metà cotto e metà crudo, fritto sì, ma solo dalla cintola in giù.
Non ricordiamo altro, anche perché con Alessandro in giro si beve sempre molto e molto bene. Che poi, una volta che sei qui, che ti vuoi criticare? Pensa a goderti la serata.
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Recensione di Federico Iavicoli del 22/01/2012:
L’assegnazione della stella a un locale aperto soltanto da un mese può apparire strana soltanto a chi non conosce Alessandro Pipero e la sua straordinaria professionalità. Maître e sommelier di fama nazionale, dopo anni trascorsi alla corte di Antonello Colonna, si è messo in proprio, dapprima ad Albano e ora a Roma, presso un piccolo ma confortevole hotel in zona di confine tra Esquilino e Monti, non lontano da via Nazionale.
Alessandro ha sempre avuto fiuto per gli chef; prima di Luciano Monosilio, il talentuoso ventisettenne che dirige la cucina, la sua scuderia ha potuto contare su Danilo Ciavattini, ora all’Enoteca La Torre di Viterbo, e Roy Caceres, ora da Metamorfosi.
Sette tavoli apparecchiati con eleganza, un’accoglienza perfetta, qualche idea brillante nell’organizzazione (fantastica quella della carbonara venduta a peso: 10 euro ogni 50gr.) e una carta dei vini che testimonia l’infinita competenza del patron.
Ma veniamo alle nuove più belle, che son quelle che arrivano dai fornelli: il celestiale crudo di oca in pane croccante con senape al miele e mela verde cotta sotto vuoto è già una sorta un cavallo di battaglia, che ci auguriamo possa restare in carta a lungo, oltre a essere, in assoluto, uno dei piatti più buoni mangiati quest’anno. Note liete anche per quanto riguarda gli spaghetti mantecati di mare (aglio e olio con ostrica frullata e uova di pesce volante), il pollo di Bresse con maionese e ostrica, i tortelli d’abbacchio con spuma di pecorino, il dessert ananas & ananas.
L’ultima nota di merito è per il rapporto qualità/prezzo di un locale che già oggi è da annoverare tra i top cittadini.
E bravo Pipero, ha un vero talento nello scoprire i bravi giovani chef!
Strano è dir poco visto e considerato che la Stella è un “premio” che si da al ristorante, non all’esperienza o alla capacità comunicativa del titolare/ gestore. Ci sono ristoranti migliori in giro e cuochi che meriterebbero molto di più di stelle e riconoscimenti.
@Alice84 la stella di cui parla Federico è quella che assegnamo noi di Via dei Gourmet ai nostri ristoranti preferiti (vedi la valutazione dopo il testo). Per Federico la cena da Pipero è stata di alto livello sotto tutti i punti di vista, all’altezza dei migliori ristoranti romani, tanto da meritare la stella di Via dei Gourmet.
…..sono ospite da molti anni del Rex Hotel, sede del Pipero, ristorante gestito con grande competenza e professionalità, l’apertura del ristorante all’interno dell’albergo, oltre a garantire un ristorante di grande livello, qualificate completa l’offerta dell’albergo.
Complimenti ad Alessandro Pipero, a Pino Cau e naturalmente allo chef Luciano Monosilio
sono daccordo con la recensione