Zen Sushi – Roma

Ormai l’abbiamo presa come una missione. Testare il numero maggiore possibile di ristoranti giapponesi a Roma. Sappiamo bene che lo standard non è quello meneghino per questa tipologia di cucina, ma la speranza è sempre l’ultima a morire, e noi quando andiamo a cena lo facciamo sempre con i migliori propositi.

E così, dopo alcuni anni, siamo tornati da Zen Sushi, uno dei primi ristoranti giapponesi con kaiten in Italia. La folla del quartiere Prati arriva presto, almeno per gli standard cittadini, per accaparrarsi un posto affacciato al nastro. In alternativa ci si può accomodare ai tavoli, ma la prenotazione è d’obbligo, perché la reputazione di Zen è che sia uno dei migliori ristoranti nipponici della città e quindi…

Noi ammazziamo l’attesa (si può lasciare il nome in lista) con un aperitivo all’Enoteca del Frate… al nostro ritorno, come previsto, il posto al kaiten si è liberato. Inizia così la sempre un po’ convulsa carrellata di sushi, sashimi & c. Dopo 6-7 assaggi e dopo aver visto scorrere un gran numero di porzioni, la domanda sorge spontanea: perché la stragrande maggioranza dei piatti che passano sul kaiten di Zen sono preparazioni da mangiare calde che, inevitabilmente, arrivano raffreddate (e nel caso del tempura mollicce) al destinatario?

Continuiamo nel nostro peregrinare di assaggi, non senza qualche competizione coi vicini – tutti si avventano sui pochi maki in versione classica di passaggio sul nastro – ma alla fine riusciamo ad assaggiare molti piatti. La lista è praticamente sterminata: c’è tutto il repertorio di nighiri, hosomaki, uramaki, temaki, gunkanmaki, futomaki, yakimono, soba, udon, tempura di verdure e gamberi, insalate di alghe…

Complessivamente un’esperienza gradevole, ma decisamente non convincente come ci saremmo aspettati.

Serata non molto fortunata oppure un menu non pensato nella maniera giusta? A voi la risposta.

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