
Indirizzo: | via del Gazometro, 38 - 00154 Roma |
Telefono: | 06 57302106 |
Sito internet: | gazometro38.com |
Giorno chiusura: | lunedì |
Fascia di prezzo: | 15 - 25 euro |
Tipo di locale: | pizzeria |
Carte di credito: | Visa, Mastercard e Bancomat |
Gazometro 38 è un bel locale dallo stile industriale in zona Ostiense, dove assaporare una buona pizza in compagnia di musica dal vivo e cocktail ben realizzati.
Leggi le recensioni della pizzeria Gazometro 38 Roma:
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A circa un anno dal cambio alla guida della pizzeria Gazometro 38, il cui forno è passato dalle mani di Pier Daniele Seu a quelle di Fabrizio Di Leginio, abbiamo avuto la possibilità di assaggiare alcune delle ultime novità.
Fabrizio, reatino con una famiglia alle spalle da sempre nel mondo della ristorazione, dà vita a uno stile di pizza piuttosto personale, più simile alla scuola delle pizze gourmet del nord Italia che non alla napoleta o alla romana. L’impasto, frutto di continua sperimentazione, è realizzato con farina tipo 2 a partire da una biga a freddo. Il risultato è un cornicione alto e un disco di pizza che sorregge bene i condimenti.
Abbiamo assaggiato varie proposte, fra cui una delle pizze simbolo di Gazometro 38, l’Amatriciana 38, con pomodoro, guanciale croccante, crema di pecorino, cipolla in agrodolce e olio extravergine, e la delicata Campagnola, una focaccia con prosciutto cotto alla brace, ricotta alle erbe, verza viola, pepe e olio extravergine.
Gazometro 38 Roma | Pizza Amatriciana 38
Vi consigliamo di provare la classica e davvero gustosa Margherita DOP (pomodoro, mozzarella di bufala, olio extravergine e basilico). E prossimamente in menu anche un altro classico (sempre troppo sottovalutato), la Marinara.
Da bere alcune birre, artigianali e non, una piccola selezione di vini e una interessante lista di drink.
P.S. Questa volta evitiamo di assegnare una valutazione, essendo stata una cena gentilmente organizzata dall’ufficio stampa che si occupa della comunicazione del locale.
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Pier Daniele Seu ha lasciato la pizzeria Gazometro 38, ora lo troviamo al Mercato Centrale Roma. Il nuovo pizza chef di Gazometro 38 è Fabrizio Di Leginio, classe 1984, proveniente da molteplici esperienze professionali in Italia e all’estero. L’impasto cambia rispetto al passato: Fabrizio propone un impasto indiretto con biga a 24 ore, realizzato con farine multi-cereali, pochissimo lievito, idratazione al 70%, olio extravergine di oliva, sale.
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Pochi giorni prima di vedere Pier Daniele Seu incoronato miglior giovane pizzaiolo dell’anno in occasione di Cooking for Art 2016, siamo stati a provare Gazometro 38, la pizzeria nata a maggio 2015 e in poco tempo affermatasi nel panorama romano come uno degli indirizzi da non perdere per gli amanti dell’arte bianca.
Come preannuncia l’insegna, ci troviamo a via del Gazometro 38, a un passo da uno dei simboli della città, in una zona che negli ultimi anni ha visto spuntare una miriade di locali (non sempre a prova di foodie) che l’hanno trasformata in un’area ad alto tasso gastronomico (siamo a due passi da Eataly e Porto Fluviale).
L’ambiente è quello post-industriale che ormai caratterizza molti locali di questo quartiere – e non solo – di Roma. Curato, un po’ modaiolo, spazioso – siamo in un’ex autosalone – e pensato sia per un pasto completo che per un aperitivo (tanti i cocktail in carta).
Dalla cucina arrivano i tipici fritti romani – abbiamo apprezzato in particolare il supplì all’amatriciana, ma anche quello cacio e pepe – più alcuni antipasti, primi piatti tradizionali e qualche sostanzioso secondo di terra e di mare.
La nostra attenzione però si è concentrata sulla pizza. Quella di Pier Daniele Seu è una pizza a lunga lievitazione, dall’impasto né romano, né napoletano, fragrante e croccante sul fondo, soffice e alveolata ma mai gommosa. Viene cotta in forno a gas. I condimenti vanno dai più classici a quelli insoliti, senza mai esagerare… come nel caso della gustosa Margherita Dop (con pomodoro, mozzarella di bufala, basilico e pepe) o de La Valeria (fiordilatte, patate al forno, provola, prosciutto cotto e rosmarino) o, ancora, della Focaccia Tartare (tartare di tonno, burrata, granella di pistacchio, zeste di lime).
Avremmo voluto assaggiare la Roma VS Bari (mozzarella di bufala, cime di rapa, coppa e zeste di arancia) ma sarà per la prossima volta! E la prossima volta ci dedicheremo anche alle proposte della cucina e ai dessert.
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Concordo quasi su tutto, specialmente nella valutazione. L’unica perplessità l’ho avuta sulla consistenza della pizza. Da un lato la leggerezza dell’impasto è percepibile anche al palato (bene), dall’altro la suddetta – probabilmente per via del metodo di cottura – sta praticamente in piedi! Ci è piaciuta soprattutto la pizza amatriciana, assolutamente da assaggiare, perché perfettamente bilanciata nei condimenti e nella sapidità.
Noi ci siamo andati proprio la sera della sua “incoronazione” e siamo in ogni caso contenti che la giuria abbia premiato un pizzaiolo che esercita a Roma. Vuol dire che da queste parti qualcosa di buono si muove! 🙂