Ho assaggiato varie volte questo nero D’Avola quasi in purezza (piccolissima percentuale di perricone e altre uve), trovandolo sempre buono ma un po’ troppo potente; per la prima volta tuttavia sono andato così indietro nell’annata e l’esperienza vale decisamente la pena. Colore molto concentrato, con una bella unghia granata; al naso è una girandola di sensazioni: l’alcol è ancora in primo piano (in etichetta viene dichiarato 14,5%), ma lascia subito spazio a frutti rossi, per nulla marmellatosi, e a una bellissima nota balsamica e di rosmarino, per poi centrarsi sulla liquirizia. In bocca la coerenza è splendida, rivelando un’ottima bevibilità, una bella sapidità, tannini presenti ma assolutamente armonici e una chiusura perfetta su note di tabacco e cioccolato. Eleganza, territorialità, concentrazione: raro trovare le tre caratteristiche assieme. Un vino che ha davanti a sé ancora diversi anni di evoluzione.
About Mario de Benedittis
Sociologo dei processi culturali e comunicativi presso l'Università degli Studi di Milano (ma vive a Genova!), ha in questo modo l'alibi accademico per occuparsi di ciò che lo appassiona nella vita: vino, cibo, musica, arte, viaggi e molto altro...
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