Qualche settimana fa sono stato, insieme ad altri colleghi e amici, a Castiglione Falletto per una degustazione “a casa Vietti”. Accanto a una splendida verticale della loro storica Riserva Villero ho potuto degustare da botte le annate 2015 e 2016, ma soprattutto la 2014, già imbottigliata e pronta per l’uscita sul mercato.
So che può sembrare strano mettere in primo piano i 2014 rispetto alle due annate successive, certamente più felici dal punto di vista climatico e molto promettenti, come ho potuto costatare di persona, o a una verticale della Riserva Villero, senza dubbio tra i Barolo più importanti e costanti per qualità assoluta di questi ultimi trent’anni, ma la curiosità di capire cosa poteva uscir fuori da un millesimo come il 2014 in mano a Luca Currado era davvero tanta, visto anche che il lavoro in cantina non segue ogni anno un “protocollo standard”, ma è guidato dagli assaggi dalla botte che Luca e il suo staff eseguono con grande frequenza e che gli fanno decidere volta per volta il percorso che deve seguire il vino e quando svinare. E questa mia curiosità è stata pienamente soddisfatta.
Per Luca “la 2014 è un’annata che viene dopo una serie di annate in cui è stato facile fare vini di qualità, ma non sempre bisogna fare il grande vino, a volte abbiamo voglia di andare a mangiare in un ristorante stellato, altre volte in un’ottima osteria. La 2014 è un’annata da osteria. Va anche detto che oggi il barolo si vende tutto, che sia buonissimo o mediocre, un po’ come accade per la ristorazione nei posti turistici”.
Nel 2014 ci sono state quattro grandinate, come sempre a macchia di leopardo ma che hanno lasciato il segno in tanti vigneti (per esempio a La Morra), ed è stata un’annata fresca-fredda e molto piovosa, con tanti problemi sanitari, in particolare per chi lavora in regime biologico – soprattutto per chi ha deciso di passare al biologico in maniera “light” o per moda. In effetti, chi ha trattato molto presto solo con rame ha avuto risultati migliori di chi ha trattato con prodotti di sintesi più tardi.
Vietti ha avuto un 40% in meno di produzione e non ha imbottigliato tutti i cru – “il Brunate ha preso la grandine con una riduzione del 65% e quello che era restato non era all’altezza, quindi non è stato prodotto”. Insomma, è stata un’annata in cui si doveva essere molto rigorosi. Vendemmie con ph così basso e acidità così taglienti non se le ricorda (ed è alla 28° vendemmia): i Barolo hanno 6 di acidità totale e ph a 3,33- 3,34. Per concludere, secondo Luca la 2014 fa parte di quelle annate severe ma da collezione, che possono dare vita a un barolo “classico” che a lui piace molto. La considera una sorta di annata degli anni ‘70 per freschezza e durezza acida. Tutti i Barolo sono stati imbottigliati come sempre tra luglio e agosto dell’anno precedente all’uscita. La sequenza delle valutazioni può sembrare un po’ inverosimile per l’annata, ma questo è quanto uscito dalla degustazione.
Barolo Castiglione 2014 Vietti
Fine ed elegante, evidenzia note di frutti neri, violetta, liquirizia. Un 2014 sorprendente, anche rispetto ad altri millesimi (tenendo conto inoltre che questo è una sorta di “Barolo base” dell’azienda), ma l’arcano lo spiega subito Luca: quest’anno nell’assemblaggio sono presenti tutto il Villero e tutto il Brunate rimasti – entrambi colpiti dalla grandine – e poi un po’ di Ravera, la totalità del Bricco del Fiasco e il Fossati. Vista la qualità dei vigneti e la sensibilità del lavoro in cantina, un risultato come questo alla fine forse non è poi così sorprendente.
Barolo Rocche di Castiglione 2014 Vietti
Una delle vigne più ripide di Langa. Terreno con marne di Sant’Agata, tufo blu molto presente a Castiglione Falletto e che va fino allo Scarrone. È quello su cui hanno avuto più esitazioni sul momento giusto in cui svinare. Naso più cupo rispetto al Castiglione, con sentori di spezie e sfumature chinose, per un palato meno elegante ma pastoso e di buona pienezza. Il finale è di discreta lunghezza, teso, con note di frutti neri, ma alla fine in un consesso di questa qualità è quello che ci convince di meno.
Barolo Ravera 2014 Vietti
Affascinante, con profumi intensi, complessi, inattesi in un 2014. Il Ravera ha mediamente una settimana di ritardo sia di fioritura che di vendemmia rispetto a zone più calde. La MGA è molto ampia e guarda in tutte le direzioni, ma la sua Ravera (come quella di Cogno) guarda verso le montagne ed è quindi più fresca. Floreale, con note di grafite e liquirizia, leggermente speziato, è un vino austero, elegante e lunghissimo.
Barolo Lazzarito 2014 Vietti
Il Lazzarito è un anfiteatro e a luglio ci fa davvero caldo. Per Luca questo è uno dei migliori Lazzarito mai fatto. Lascia la vigna con una cimatura molto abbondante e con un’acinellatura fatta solo sul lato a monte e con inerbimento totale, per evitare la rifrazione del terreno (sul Rocche, che è un sorì della mattina, si può lasciare più pulito, qui invece no, anche se certe volte è un problema con l’oidio). Particolarmente piacevole e già molto aperto al naso, dove emergono sentori di violetta, tanto pepe, chiodi di garofano, frutti neri. Il palato è elegante, fine, di buona tensione e sapidità, fragrante, lungo, con un finale in cui torna il floreale.
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