
Dopo aver scritto un libro sugli abbinamenti tra birre e crudità non potevo non prendere l’aereo verso quella che, al momento, è probabilmente la patria dei migliori birrifici al mondo.
La birra artigianale americana, negli ultimi vent’anni, ha conquistato il cuore e il palato dei consumatori locali prima e raggiunto i vertici mondiali poi. Ci sono ormai oltre venti stili autoctoni “made in USA” – così mi insegna Lorenzo Dabove, in arte Kuaska – quindi mi dirigo a New York, per seguire e bere i suoi suggerimenti, al Hop Devil Grill, o allo Spuyten Duyvil a Brooklyn, dove c’è anche la Brooklyn Brewery, fondata da Oliver Garrett e da altri pionieri dell’abbinamento birra-cibo.
Avendo già visitato NYC qualche anno fa, quando c’erano ancora le Torri Gemelle, questa volta salto il giro turistico del grattacielo più alto, Statua della Libertà e affini… gustandomi la città guidato dalle mete gastronomiche selezionate, consapevole che questo articolo non potrà essere una guida completa alla miriade di opportunità che offre la Grande Mela, ma solo proporre alcuni punti di riferimento.
Arrivare a NYC a maggio significa godersi appieno tutta la bellezza di Central Park, affittare la bicicletta, fare un giro completo di 10 km, fermarsi a vedere una partita di baseball, non prima di essere usciti verso l’Upper West Side per fare una salto da Zabar’s per il picnic (da non perdere una delle sue famose knishes e il bagel al salmone).
Shake Shack, dislocato in diversi punti a Manhattan, è il nostro posto ideale per mangiare un ottimo hamburger, in un ambiente moderno, dove anche il pane e le patatine sono spettacolari, con una birra Brooklyn, in questo caso brassata apposta per il brand. Il sistema di prenotazione è molto efficiente: viene dato un telecomando all’atto del pagamento, che comincia a vibrare e lampeggiare quando il vostro ordine è pronto.
Fare un giro per le strade di Brooklyn, attraversando il ponte omonimo in taxi (o per i più sportivi in 20 minuti a piedi), dalla zona di Park Slope fino al birrificio Brooklyn Brewery, vale il viaggio e ci riserva una piacevole sorpresa gastronomica. Dopo la visita al birrificio, ci dirigiamo verso il vicino El Almacén, un ristorante che è un inno all’Argentina: 557 Driggs Ave Brooklyn, NY 11211. Inaspettatamente chiuso, ci fidiamo di una scritta all’esterno del Crif Dogs: “Anthony Bourdain ate here and love’d it”. Fantastici bacon wrapped hotdogs con formaggio e uova fritte, in abbinamento a una luppolata Six Point IPA (altro birrificio di Brooklyn), in un ambiente USA 100%, tra i lavoratori del quartiere.
È inebriante pranzare velocemente a Chinatown da Joe’s Shanghai con dei Noodles ai gamberetti da leccarsi le dita e deliziosi ravioli al vapore, per poi fare un giro tra SoHo, NoHo e Nolita, quartieri alla moda di una New York giovane, partendo da una fresca Sierra Nevada a The Spring Lounge, sulla Mulberry St, dove aleggia un inquietante squalo con la scritta “Life is short, drink early”.
È il momento di una sosta a SoHo per un cocktail, ma non uno qualsiasi: un Cosmo a base di vodka, succo di lime e di mirtillo, da assaggiare allo storico O’ Neal’s in Grand Street, sognando per un attimo che questa sia la tua vita di tutti i giorni, proprio qui, per sempre…
Voglia di una vera colazione americana? Da Pastis, crumble di uova, pancetta tostata, pane tostato e spremuta d’arancia nel Meatpacking District, prima di fare un giro e fermarsi a pranzo al Chelsea Market, a mio avviso il luogo più bello di New York, dopo Eataly sulla 5th Avenue, ma in questo caso siamo di parte.
Pranzare al Chelsea Market significa mangiare pesce crudo, al bancone di una pescheria d’eccezione, The Lobster Place. Per chi come me appassionato di Cruda & Crudo quale posto migliore? Tutto preparato sul momento: sushi, sashimi, astici lessati ed aperti con tanto di limone e burro fuso da mangiare lì o da portar via. Un must nel contesto fantastico del mercato, organizzato, variopinto, profumato.
Pomeriggio in giro per Greenwich Village dove è d’obbligo, se viaggiate con la vostra compagna, una sosta e foto glamour su Perry St, sotto la casa di Carrie di Sex and the City.
Visitate la NY University prima di fermarvi alla Minetta Tavern, per una tra le migliori bistecca della città, proprio nel cuore del Village, a due passi dal Washington Square Park (113 MacDougal St New York, NY 10012) sorseggiando una birra alla pompa.
Amy Ruth’s è il nostro punto di riferimento per il tour al centro di Harlem, classico menu soul, locale affollatissimo e pochissimi turisti, cult afroamericano, da provare waffles salati con chicken wings fritte e birra Coors.
Alla tentazione del peccato di gola non è necessario resistere… a passeggio tra la 5th Avenue e Time Square sostiamo quindi da Magnolia Bakery, pasticceria diffusa in cinque punti della città, per irresistibili cup cakes al cioccolato, alla banana, alla vaniglia, colorati, decorati e soffici… come fiori sbocciati su un prato, da cogliere, per forza!
E se dopo cinque giorni la vostra voglia di pizza è salita alle stelle (e strisce) dopo aver visto migliaia di insegne sul tema, scendete sulla Carmine Street, vicino alla High Line nel West Village, esempio luminoso di rinnovamento urbano, conversione di vecchi binari ferroviari in uno spazio pubblico verde, stimolante, comunitario, residenziale… e arrivate da Joe’s Pizza, porto sicuro, “The Greenwich Village Institution”, in possesso di decine di premi e onorificenze, che sfama studenti, turisti e celebrità, per assaggiare un trancio di margherita da consumare in piedi o sulle panchine del giardinetto antistante. Normalmente non cerco la cucina italiana durante i miei viaggi, ma in questo caso faccio un’eccezione.
Partirò la prima settimana di giugno…stampata la pagina, cerco di seguire il percorso….interessantissimo, grazie!!