
Indirizzo: | via Tiburtina, 196 – 00185 Roma |
Telefono: | 06 97273519 |
Sito internet: | www.pastificiocerere.com |
Giorno chiusura: | nessuno (aperto solo la sera) |
Fascia di prezzo: | 35 - 50 euro |
Tipo di locale: | bistrot gourmet |
Carte di credito: | Visa, Mastercard, American Express, Bancomat |
Andateci per: | il pollo croccante con gelato ai peperoni |
All’interno del complesso dell’ex Pastificio Cerere, da qualche anno c’è il ristorante Pastificio San Lorenzo, un locale gradevole sia per l’aperitivo che per la cena.
Le Recensioni di Via dei Gourmet:
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Dopo un periodo di riorganizzazione di sala e cucina affidata rispettivamente a Enrico Camelio e Riccardo Di Giacinto, da circa un anno e mezzo la cucina del Pastificio San Lorenzo è nelle abili mani di Fabio Pecelli, che nonostante la giovane età (25 anni) vanta già una lunga carriera ed esperienze importanti con chef come Niko Romito, Andrea Fusco e lo stesso Di Giacinto. Fabio è riuscito a far quadrare il cerchio fra la qualità, i grandi numeri che questo bel locale riesce a tenere anche senza molto clamore comunicativo e le esigenze di una clientela variegata che alterna vip, radical-chic e gourmet.
La sua proposta gastronomica è solida e sempre centrata, senza voli pindarici ed effetti speciali ma con un gran rispetto della materia prima, senza dimenticare un oculato food cost per arrivare a costruire un menu che varia spesso e risulta accessibile a tutti da ogni punto di vista.
Ne sono testimonianza piatti come la battuta di Fassona de La Granda servita nella sua essenzialità (e nella giusta proporzione) accompagnata da qualche foglia di rucola a dare piccantezza e freschezza, e da tre mini-salse (uovo marinato, senape e tabasco) da unire o mescolare a piacere, o i gustosi tajerin fatti a mano con pepe cozze e pecorino: sapori netti e decisi che si imprimono al palato senza risultare aggressivi.
Azzeccatissimi anche i secondi, come il pollo croccante con gelato ai peperoni (davvero riuscito) e i “saltimbocca” di capesante burro e salvia. Golosi i dessert con l’immancabile tiramisù e l’insolito lingotto dulcey limone (una sorta di panna cotta al cioccolato biondo con gelée di limone e melissa) e croccante all’arancia.
La carta dei vini si è giustamente snellita ma offre sempre diverse occasioni per bere bene, e il Pastificio si conferma un buon indirizzo anche per l’aperitivo al bancone, che per la bella stagione si arricchirà di un angolo dedicato ai crudi di mare sfilettati al momento.
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Recensione di Erica Battellani del 26/05/2011:
È sabato sera, entriamo, tanta gente al banco che prende l’aperitivo, persone che si stanno sedendo ai tavoli, altre che hanno appena finito e stanno andando via. Non si può certo dire che non sia movimentato il Pastificio San Lorenzo, il ristorante inserito all’interno del complesso dell’ex Pastificio Cerere, da qualche anno sede di mostre d’arte contemporanea.
La formula, versatile e moderna, punta alla qualità. A pranzo si può optare per un menu a prezzi convenienti, a cena troviamo invece una carta più strutturata, ma ci si può fermare anche per un aperitivo gourmet, con vini interessanti e cocktail ben fatti, accompagnati da ottimi salumi e formaggi oppure golosi finger food.
Noi, che siamo qui per cena, decidiamo di lasciare campo libero allo chef, Stefano Preli, nome noto della ristorazione (non solo capitolina) per la lunga esperienza al fianco di Antonello Colonna.
E allora si dà il via a una carrellata di “assaggi” che mostrano una tecnica sicura, con cotture precise, abbinamenti non banali, materie prime di qualità: il cannolo di pane, polpo, patate e sedano croccante, il kebab di alici marinate all’aneto, burrata e coulis di pomodoro, la caprese di tonno affumicato e composta di melanzane, i maccheroni cacio e ovo con asparagina selvatica e aneto, il petto d’anatra affumicato con cicoria ripassata e zenzero candito…
Nel complesso una cena gradevolissima, grazie anche a una cantina che offre la possibilità di scegliere belle etichette sia italiane che francesi e che, a quanto pare, crescerà ancora.
poco più di un anno fa, ho provato per la prima volta questo locale, non credo che la “tartare di sgombro” presentato col nome meno plebeo o conosciuto di Maccarello, fosse cucinata da uno chef;
cubettato in pezzi alquanto grossolani, non era nemmeno spellato e tantomeno marinato, semplicemente uno sgombro crudo stagliuzzato con un filo d’olio e qualche erba aromatica…. immangiabile (lo sgombro ha un odore e un sapore così intensi che diventa accettabile solo dopo una considerevole marinatura)e pertanto rimandato indietro al prino assaggio. Nessuno mi ha chiesto il perchè
in certi locali trendy basta pagare e lasciare il posto all’ignaro cliente successivo (il locale era affollato già allora e mi chiedo proprio il perchè)
Questo locale ha dato segni di instabilità. Se ne parla da quando ha aperto ma all’inizio i risultati erano altalenanti, poi con Preli si è messo in carreggiata e la mia è stata un’esperienza molto gradevole (confermata da tante altre persone), poi lo chef se n’è andato e quindi ora bisogna valutare di nuovo la situazione. Per quanto riguarda lo sgombro, non sono molto d’accordo sul fatto che sia accettabile solo dopo lunga marinatura. Forse semplicemente se un ingrediente non piace è meglio evitarlo.
Ciao Erica, non voglio entrare in polemica vorrei solo puntualizzare che amo molto le crudità di pesce e che sono ristoratore da più di 15 anni. Comunque complimenti per il blog, davvero ben realizzato.
Mauro
Sono stato spesso in questo locale e mi sono sempre trovato bene non rilevando mai passi falsi, l’unico appunto che ho sempre fatto è per il livello dei prezzi abbastanza alto pur in considerazione della qualità dell’ offerta, non dimentichiamo che per quel costo si cena tranquillamente al Glass Hostaria ristorante di tutt’ altro livello.
Filippo, per caso ci sei stato anche dopo la partenza di Preli?
Ci manco da prima di Natale non so se c’era ancora lo chef di cui parli comunque la maggior perplessità è il livello dei prezzi rispetto all’ offerta e forse la vicinanza dei posti a sedere, stimolante per giovani ma un pò confusionaria per un vecchietto come me. Ultimamente preferisco soluzioni più tradizionali come l’ ottimo Cesare a cui darei addirittura due stelline e l’osteria del velodromo vecchio di cui non parlate ma che secondo me resta una delle migliori trattorie romane. @ Federico ancora non so decidere come sono stato da Pipero se non fosse per i tuoi giudizi entusiastici (di cui mi fido moltissimo) avrei senz’ altro espresso un parere negativo. Non mi trattare male cristalli, ho provato sia la colomba(eccezionale) che la pastiera(ottima) e non facciamo arrabbiare Nicola